Zone – Malga Aguina – Monte Agolo – Tredici Piante – Monte Gölem
29-10-2022
Partenza: Zone (Bs) 684 Mt slm circa.
Arrivo: Monte Gölem o Guglielmo 1948 Mt slm.
Dislivello +/- : 1297 Mt circa.
Difficoltà: E, ma attenti al dislivello e ai chilometri.
Tipologia: Percorso ad Anello.
Parto la mattina molto presto, di un sabato d’ottobre veramente rovente per il periodo, direzione Zone. Ci vuole circa un’ora e mezza per arrivare, poco più.
Posiziono la macchina, al cimitero di Zone, ampio parcheggio, e da lì inizia il mio percorso odierno.
Obiettivo della mia escursione, arrivare in località 13 piante, non sarà cosi, ma un tour!
Dopo poche centinaia di metri, sulla destra una strada acciottolata mi indica la via da seguire. E’ un tratto della Antica Via Valeriana. Le pendenze non sono faticose e il percorso è ombreggiato, ma come vi ho detto prima, dopo un chilometro sono già in maglietta e smanicato antivento.
Questa parte di percorso si svolge su carrareccia, in giro è deserto e incappo in un curioso avvistamento.
Ora di animali in montagna ne ho visti parecchi in vita mia, ma mai un dinosauro, eppure quello che mi si para davanti in quel momento è proprio un dinosauro!
Da non credere! Potere della montagna!
Un cartello esplicativo, mi spiega il perché; siamo in pieno periodo triassico, se non ci credete andate a veder con i vostri occhi!
Superato il passaggio temporale, probabilmente un portale segreto, uno stargate che mi ha riportato a mia insaputa indietro nel tempo, proseguo il mio cammino, raggiungendo la località croce di Zone. Nessuna croce in vista, almeno, quella ufficiale, ma un crocevia di strade, si!
Proseguo.
Qui si prende a destra e si seguono le indicazioni del sentiero 207. Sono ancora immerso nel bosco, al fresco e la visibilità del panorama circostante è veramente scarsa. Giunto a una frazione di case, il 207 sale verso destra e supera un cancello, l’ho trovato aperto, immagino sia sempre così!
Sempre su carrareccia, la strada con diversi tornanti e sempre immersa nel bosco, si snoda fino alla Malga Aguina. Ogni tanto si hanno dei bellissimi panorami sulla Corna dei Trenta Passi e sul lago del Sebino o Iseo, quando le piante lo permettono!
Proseguo gustandomi questi scorci.
Ogni tanto si sente qualche sparo, i cacciatori sono all’opera, fino ad un cancello, quello della malga, lo apro e lo richiudo con molta attenzione.
Il cartello in fondo è chiaro!
Qui il panorama si apre, siamo fuori dal bosco e la visuale diventa davvero interessante, migliorerà addirittura strada facendo.
Siamo a circa 1200 Mt slm, poco meno. Passo tra i bellissimi pascoli della malga stando sulla sinistra come per altro indica il cartello, posto sul cancello.
Le mucche sono ancora all’opera o serenamente sdraiate sull’erba, abbastanza incuriosite dalla mia presenza.
Passo davanti alla malga, non ancora illuminata dal sole, scavalco il “recinto” per i bovini e mi dirigo a destra su carrareccia in salita, uno strappetto, mi alza di quota e ben presto sono sopra la malga, da qui il panorama è davvero splendido anche perché la luce è davvero bella!
Sempre in salita, non faticosa, arrivo finalmente al Monte Agolo a 1366 Mt slm, dove vicino sorge il sito delle 13 piante.
In origine erano tredici, ora sono un po’ di più. Circondano un capanno di caccia, sorvegliato da cavalli allo stato brado, mi avvicino con cautela, con me i quadrupedi sono sempre imprevedibili, ma non accade nulla per fortuna, mi sento solo tanti occhi addosso!
La vista è mozzafiato, spazia dal lago d’Iseo alle propaggini della Val Camonica, sullo sfondo della valle, le orobie bergamasche.
Sono le 9:32 minuti e ho già raggiunto la meta prefissa e ora che faccio?
Sono partito alle 8:10 e la giornata è ancora lunga, decido quindi di arrivare fino al Monte Guglielmo che una palina mi indica, a due ore e mezza di strada.
Adesso che sono sulla piana delle 13 piante, sono ben visibili le paline degli anelli delle “prealpi bresciane”, per lo più denominate anelli 1,2,3 etc. Quello relativo alle tredici piante e Monte Guglielmo è il 3, dove comunque è possibile fare tantissime deviazioni, è un vero e proprio dedalo di percorsi.
Dalla piana attraverso la forestale e mi inerpico sulla destra, per una irta salita che assomiglia ad una pista da sci, di fronte, sul crinale, sono presenti i capanni di caccia e anche qui si sente sparare.
Proseguo il mio incedere, fino a raggiungere la “cresta”, vedo cani e cacciatori un po’ ovunque e tanto per cambiare sparano.
Da qui un bellissimo percorso di cresta, mi porta verso destra a immergermi in un bel bosco misto. Sono seguito dai cani, muniti di pettorina fosforescente e da coloro che in spalla, hanno un fucile. Sigh!
Attraverso la cresta, che poi risulterà essere quella per la Punta Caravina, sempre nel bosco, i colori autunnali sono vividi!
Raggiungo l’ennesimo capanno di caccia (presidiato) e mi trovo di fronte ad una palina che si dirama in due direzioni, che fare?
A destra e su strada agevole si arriva più comodamente al Monte Guglielmo, a sinistra, sempre per cresta si prosegue per la Punta Caravina.
Sono un po’ indeciso, ma per mia fortuna due Gnari (in dialetto bresciano, ragazzi) mi ragguagliano sul da farsi; “Guarda, tutta la vita la via per cresta è molto più bella del traverso in piano!”.
Obbedisco e prendo la cresta. Ora, dal Monte Agolo in poi la salita è costante e questo ultimo tratto, breve ma intenso, non è da meno.
Però i Gnari, hanno ragione, è decisamente una bella salita, impegnativa, ma con ottimi panorami sul lago del Sebino.
Finalmente svalico e arrivo ad un pianoro, in “località Madonna della caravina”, una curiosa palina formata da tubi forati permette, guardandoci dentro, di visualizzare i rilievi circostanti, altre indicano i vari percorsi da seguire.
Sono stanco, in fondo due giorni prima con il Sig.0081 e Ginger, avevo fatto il Piz Alben, con un discreto dislivello e quindi decido di non fare la cresta finale per la Punta Caravina e di procedere sul piano verso la malga Palmarusso di sopra.
Faccio bene, il traverso è in falsopiano e davvero panoramico e riposante.
In breve sono alla malga e di lì a poco al Rifugio Almici, sono in vista del Gölem già dalla malga, con l’orrendo monumento al Redentore.
Non me ne vogliano gli amici bresciani, ma lo trovo veramente orrendo. La gente è decisamente aumentata dal pianoro sotto la Caravina, molto probabilmente hanno scelto altre vie rispetto la mia.
Il Rifugio Almici, è già pieno di camminatori e cicloturisti, arrivati da ogni dove e sta già prendendo le ordinazioni per il pranzo, sono quasi le 11:00 e fa un caldo boia!
Raggiungo in fretta il Monte Guglielmo anch’esso stracolmo di persone, sono da poco passate le 11:00 mi godo il panorama, decisamente meno l’ecomostro e stendo i vestiti madidi di sudore, rimango a torso nudo, fa veramente caldo!
Faccio due chiacchiere con un simpatico signore proveniente dalla Val Trompia, i vestiti sono quasi asciutti, mi godo il panorama, un trecentosessanta gradi davvero meraviglioso.
Una bella meridiana dei monti, vi aiuta a capire cosa state guardando: Orobie bergamasche, Bernina, Adamello, lago d’Iseo, lago di Garda, pianura padana.
Dopo circa una quindicina di minuti decido di scendere al rifugio, per una meritata birretta, saluto il “valtrompino” e mi metto in cammino. Il rifugio è ancora più pieno di quando l’ho lasciato prima!
Una bella 66cl mi rigenera le forze, faccio amicizia con una bella pastore tedesco (meticcio) di nome Kyra, rimasta fuori ad attendere il suo padrone che dopo poco, ritorna con una bella bistecca per lei.
Anche qui appoggio lo zaino al muro e mi godo il sole caldo, mentre i vestiti, ormai già asciutti, si seccano!
Consulto la cartina e mi tocca! Mi tocca prendere il 227, l’agrosilvopastorale che mi riporterà a Zone, passando per il sentiero degli gnomi.
Nulla di male se non fosse così lunga e piuttosto noiosa, mi viene in mente di sequestrare una bicicletta…
Ci sono altre vie per tornare a Zone, ma ho scelto questa e così mi metto in cammino piano piano verso il basso.
La strada è veramente lunga, sul tragitto passo dalla Malga Palmarusso di sotto, punto di ristoro e proseguendo il mio cammino fino a lasciarmi alle spalle i prati e immergendomi nel bosco, dove la forestale si fa quantomeno più bella, grazie anche al foliage (in Inglese) che nella faggeta rende il percorso di molto più bellino!
Finalmente dopo il mio vagare, raggiungo la deviazione del sentiero degli gnomi, dopo aver incontrato sulla strada tante persone a cui ho distribuito informazioni di qualunque tipo, capita spesso, si veda il mio racconto sul giro del confinale.
Brescitourism.it recita:
La leggenda narra che l’artista locale “Il Rosso”, all’anagrafe Luigi Zatti, un bel giorno camminando nel bosco incontrò gli gnomi, i quali espressero la volontà di diventare le sentinelle del sentiero. Un sogno che presto divenne realtà: nel 1998 lo scultore–contadino iniziò a intagliare nei tronchi degli alberi le magiche creature, trasformando la mulattiera che da Zone porta al Monte Guglielmo in un’ambientazione straordinaria.
La discesa è irta, su strada acciottolata e colma di foglie, attenzione quindi a dove mettete i piedi, ma l’ambientazione e i lavori del “Rosso”, sono davvero molto belli e vale sempre la pena, passare da qui.
Mi godo le varie sculture e proseguendo, ormai verso la fine di questa lunga camminata, incontro dei bellissimi ciuchini, sono quasi le 13:45.
Proseguo ancora per un chilometro, supero un ponticello e mi godo i cartelli esplicativi che parlano del bosco degli gnomi. Attenzione, esattamente in quel punto noterete una staccionata in legno con un sentiero che sale verso il cimitero di Zone, ci sono anche dei tavoli in legno, fate un ultimo sforzo, vi permetterà di risparmiare strada.
Raggiungo la macchina, abbastanza stanco, ma come sempre felice.
Alla prossima, il selvatico.
p.s. nello scendere fermatevi ad ammirare le Piramidi di Zone.
Forse potrebbe interessarti leggere anche: “Dall’Alpe Prina al Monte Palanzone“