La mostra

In una soleggiata domenica di inizio novembre, io e Selvatico decidiamo di andare a Monza per vedere la mostra “Keith Haring – Radiant Vision” e la scelta si è dimostrata molto azzeccata.

Arriviamo alla Villa Reale di Monza a pochi minuti dall’apertura ed abbiamo fatto molto bene perché la quantità di gente è andata aumentando nel corso delle ore e così ci siamo potuti godere la mostra con un quantitativo di persone consono per potercela gustare per bene.

Il percorso è semplice e lineare, ma molto intenso.

Nove sezioni attraverso le quali si ripercorre tutta la carriera artistica (purtroppo molto breve…solo un decennio circa) di questo ragazzo che ha cominciato con la street art, facendo graffiti sugli spazi pubblicitari lasciati vuoti, sotto la metropolitana di New York e che è diventato velocemente un artista di calibro mondiale.

Appassionato e grande esponente della street art, ma molto apprezzato anche dall’élite dell’arte.

Le sue prime opere.

L’impegno sociale e come abbia utilizzato la sua arte colorata e molto riconoscibile per promuovere le battaglie in cui credeva.

Il Pop Shop, un negozio low budget dove tutti potevano comprare la sua arte a basso costo perché, come sosteneva anche Andy Wharol (grande amico di Keith Haring), l’arte può essere per tutti, e quanto abbia influito nel renderlo famoso ai più.

La sua voglia di collaborare coi giovani e tanto altro.

Lui amava collaborare ed aiutare artisti e giovani offrendo generosamente il suo contributo.

Pur contrario all’apparire, preferiva non produrre per gallerie d’arte o mostre, che comunque ha accettato di fare (convinto spesso da amici), per se stesso e per gli altri, ma sempre a modo suo, a volte dipingendo direttamente negli spazi a lui assegnati, producendo opere davvero grandi in loco.

Artist Keith Haring takes a break from work in his studio making paintings for an upcoming art exhibit.
(Foto gentilmente concessa dall’ufficio stampa della mostra)

Oltre 130 opere

alcune inedite provenienti da collezioni private, che vi immergeranno nel mondo colorato, apparentemente allegro, ma molto profondo di questo artista particolare.

Troverete l’opera più grande realizzata da Keith Haring: Medusa Head.

Una rivisitazione del personaggio greco di Medusa che rappresenta un simbolo dell’AIDS, malattia che spopolava negli anni 80 e che in seguito si porterà via anche lui. 

Keith Haring
Medusa Head – (Foto gentilmente concessa dall’ufficio stampa della mostra)

Best Buddies Sculpture che rappresenta il logo dell’omonima associazione fondata nel 1987 da Anthony Shriver realizzato gratuitamente da Keith.

Keith Haring
Best Buddies Sculpture

Opere realizzate con William Burroughs sull’apocalisse e tante altre create con i ragazzi che transitavano dal Pop Shop.

Notevolissima inoltre l’immagine realizzata da Annie Leibovitz dove l’artista si fonde con la sua arte diventando l’opera stessa, ma non solo…potrete vedere anche le varie fasi della realizzazione di questo scatto incredibile.  

Keith Haring
Foto presa dal web

Avevo già visitato una mostra di Keith Haring, ma sono felice di aver visto anche “Radiant Vision” perché mi ha affascinato tantissimo. 

Del resto io apprezzo molto Keith Haring e adoro la sua “firma”: the Radiant Baby.

Keith Haring
The Radiant Baby

Quello stile colorato, molto riconoscibile e che sembra quasi infantile, ma che arriva dritto al punto e porta l’attenzione su temi molto importanti: il nucleare, i diritti civili, la consapevolezza dell’AIDS, la giustizia sociale, la lotta al razzismo e tanto altro.

Questa mostra è bella, interessante e ben spiegata e per questo motivo non posso fare altro che consigliarvi caldamente di andare a visitarla.

INFO UTILI

Trovate le informazioni pratiche sul sito della mostra che potete raggiungere cliccando qui: Keith Haring – Radiant Vision, ma ve le riporto anche io per comodità.

La mostra ha aperto i battenti lo scorso 30 settembre e sarà visitabile fino al 29 gennaio 2023

Dal martedì alla domenica 

Dalle ore 10 alle ore 19

Il biglietto intero costa 14 euro ed include l’audioguida che potete consultare tramite webapp inquadrando il qrcode all’ingresso oppure scaricarla preventivamente dal sito (consiglio personale: portate degli auricolari).

Per eventuali riduzioni consultate il sito ufficiale.

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