Variante 1. Monte Tonale Orientale 2696 mt slm.
Forse la più classica una volta giunti fino a qui…
Velocemente, salgo verso il Monte Tonale Orientale. Non c’è molto dislivello e ne vale davvero la pena anche perché si gode un bel panorama, la salita ha un buon tiro, ma mai complicato e fatti pochi metri “attraverso la strada ad una marmotta”. Rimango immobile e tento invano di recuperare il telefono per una foto. Lei non è spaventata, anzi, ma non ha alcuna intenzione di aspettare i miei comodi e ben presto sparisce in un pertugio.
Si continua su roccette fino alla croce. Da qui si gode un’ottima vista e parte anche il sentiero attrezzato verso il Torrione di Albiolo, altro bellissimo percorso.
Foto di rito e dall’alto osservo le due fanciulle che pian piano, chiacchierando chiacchierando, eccetera eccetera stanno arrivando alla Città Morta.
Hanno ancora tutto il passaggio sui “gradini” etc e quindi velocemente mi riporto alla sella e incomincio la discesa verso le fortificazioni. Su questa discesa prestate attenzione e facile sghiare!
Variente 2. Laghi di Strino 2600 mt slm circa.
Scendo verso la Città Morta. Nome alquanto fantasioso con cui è in pratica denominata una piccola vallecola secondaria della più grande Val di Strino, su cui sorgeva, durante la Grande Guerra, questo villaggio militare, riparato nel suo avvallamento e dalle creste rocciose che lo circondano dal tiro dell’artiglieria italiana.
Era la base logistica per la prima linea austriaca sul crinale di Cima Biolca e il Monte Tonale Orientale.
Sono ancora visibili i resti dei muri a secco, terrapieni e piazzole dove sorgevano i vari baraccamenti.
Più o meno verso la metà del villaggio, una palina mi indica la deviazione per i laghi di Strino. Si procede ora in falsopiano facendo tutto il periplo della alta Val di Strino, passando per la vallecola della Val del Castel, parte orografica destra.
Si costeggia in pratica il muraglione che porta verso il “Torrione d’Albiolo”, infatti più avanti una palina indica la salita verso questo percorso, in zona Val del Castel, dove incontro due persone intente a mettersi l’attrezzatura da ferrata.
Il paesaggio mi appare lunare tra prativo e rocce. Anche qui ammiro la fioritura d’Arnica. In giro, a parte i due bipedi appena incontrati, non c’è nessuno e mi godo volentieri il silenzio, rotto solamente dal vento che fresco, culla il mio incedere.
Il sentiero a questo punto vira verso destra. In “lontananza” è visibile la conca dove risiedono i laghetti. Sempre su prati e roccette mi incammino in quella direzione. Osservo il fondovalle che regala uno scorcio sul massiccio della Presanella. Incrocio dopo qualche tempo quella che sarà la via del ritorno e abbandono il 161 per il 137 costeggiando una bella parte rocciosa fino a raggiungere un bivio: a destra si va verso i laghi e proseguendo il cammino, si sale verso la bocchetta di Strino 2800 mt slm circa.