Le sue 4 varianti e forte Zaccarana.
Partenza: Passo del Tonale, ospizio di San Bartolomeo 1971 mt slm
Arrivo: Città Morta.
variante 1 Monte Tonale Orientale.
variante 2 laghi di Strino
variante 3 Monte Redival
variante 4 Cima Biolca
Dislivelli +/- vari: 750 mt circa per Monte Tonale Orientale
per i laghi di Strino +/- 850 mt circa
per Monte Redival +/- 1100 circa
per la Cima Biolca +/- 700 mt circa.
Per il giro che ho fatto io MTO+CM+LS+MR andiamo sui 1400 circa, forse qualcosa in più.
Difficoltà: E/EE per il Redival o se si decide di fare l’anello lungo e attenzione alla discesa dalla Cima Biolca.
Tipologia: Anelli di varia lunghezza max. 20 Km circa, forse qualcosa in più… IMPEGNATIVO per chi farà quanto descrivo qui sotto.
Un giorno l’uomo del lago, con forte accento bresciano mi fa: “Selvatico la conosci la città morta?”, “quella del signore degli anelli?”, aggiungo io, “a parte quella!”, ribatte…. “Intendevo quella su in Tonale?”.
Fu così che feci conoscenza di questo luogo…
Ho da sempre snobbato il Passo del Tonale, erroneamente, non amo l’abitato… Diversa da allora, la mia opinione sul paesaggio e i dedali che quel luogo permette!
Quello che vi racconto oggi è il giro che feci qualche anno fa con l’immancabile Countrygirl e una delle due sorelle T. aggiungendo le varie varianti, fatte e rifatte moltissime volte, sempre con la città morta come fulcro.
Partenza presto.
Lo sapete, amo muovermi sul presto in modo da trovare parcheggio e viaggiare al fresco e vista la camminata che avrei affrontato mi è sembrata cosa saggia!
In più questa volta c’era anche la signora T. e non è proprio facile farla alzare presto, soprattutto negl’ultimi anni!
A fianco dell’ospizio, (per avere informazioni più dettagliate sulla storia di questo edificio potete leggere questo: https://www.vermigliovacanze.it/it/ospizio-di-san-bartolomeo), alla sinistra del ristorante, parte il nostro cammino.
Il sentiero sale tagliando la parte prativa, adibita a pascolo, alle spalle dello ospizio. Nel tardo periodo di Giugno e fino alla metà inoltrata di Luglio si possono ammirare delle splendide fioriture di vario tipo.
Si taglia ASP e si costeggia sulla parte orografica sinistra il laghetto artificiale di Valbiolo. Si supera uno steccato in legno, lì posto per evitare spargimenti di bovini, e si prosegue praticamente dritti su prativo fino a raggiungere una palina che indica sulla dx la via per la città morta.
Questo tratto è molto simpatico, oltre alle infiorescenze è spesso pieno di marmotte sempre pronte a fischiare al passaggio di noi bipedi.
Da qui parto. Sentiero 161.
Saluto le due donzelle e col mio solito passo mi incammino verso la “sella” posta poco sopra la città morta, ma prima il solito avviso alla Signora: “attenta, quando sarete circa a metà della discesa delle fortificazioni, c’è la deviazione verso i laghi di Strino, occhio a non perderla se no vi tocca risalire!”, “non puoi aspettarci?” mi chiedono in coro, risposta, “no!”.
Il sentiero è molto bello, sale ma mai in modo cattivo, almeno nella prima parte e serpeggia sui prativo fino a un “dosso”. Qui spiana leggermente fino ad una palina, ma attenzione, negli ultimi anni la palina non c’è più e qui la strada si biforca e si segue ovviamente quella in salita. Non come fa puntualmente Countrygirl… che volte farci potere della memoria!
Da qui cambia il tiro della salita.
Si fa più deciso, ma mai cattivo. Si serpeggia tra bellissime Epilobium (forse erba di Sant’Antonio) e sempre in salita si percorre un “traverso” che negli ultimi anni ha subito qualche smottamento causa i climi folli degl’ultimi anni.
Alcuni tornantini mi portano al tratto finale della salita. Superati, su roccette, salgo alcuni “gradini”. Siamo sotto il versante sud della Cima Tonale Orientale e ormai si è in vista della “sella” posta appena sopra la Città Morta.
Qui il sentiero si fa morbido. Si passa quasi in falso piano accanto ad una grotta, molto probabilmente una garrita naturale della prima guerra mondiale e poco prima della sella si passa su un ponticello in legno.
Arrivato al “passo” mi godo volentieri la fioritura d’Arnica di cui i prativi sono pieni e mi riposo qualche attimo godendomi il panorama. Sul versante opposto la magnificenza della Cima Presanella, il Pisgana, la Busazza, solo per citarne alcune.
Normalmente da qui si scende verso la città morta e si prosegue su comodo sentiero attraversando tutte le fortificazioni per poi proseguire tra rododendri, acque e un bellissimo lariceto, fino ad incontrare la deviazione del sentiero Bozerlait che in piano ci riporta a forte Zaccarana o Saccarana, ma adesso vi illustrerò le varianti.