RIFUGIO SANDRO OCCHI-BIVACCO VALERIO FESTA.

Partenza: Parcheggio adiacente al Rifugio alla Cascata, Val Paghera sopra Vezza d’Oglio.

Arrivo: Bivacco Valerio Festa 2300 mt slm circa

Dislivello +/- 900 mt circa.

Difficoltà: T/E, ma merita rispetto!

Tipologia: A/R, 10 Km circa.

Camminata di tutto rispetto!

Molti considerano questo percorso di facile esecuzione.

Non sono del tutto d’accordo. E’ vero, il tragitto dal parcheggio al rifugio è breve, 400 mt di dislivello circa, ma si svolge sui famosi “gradoni dell’Aviolo”, una bella scala che vi accompagnerà, per quasi tutto il cammino.

Inoltre è una zona abbastanza umida e spesso i gradoni posso risultare scivolosi, quindi si deve prestare una certa attenzione, soprattutto in discesa. Inutile dire che le gambe sono molto sollecitate, ecco perché considero questo giro di tutto rispetto!

Partenza come sempre sul presto, con me ovviamente, Countrygirl (quante ne deve sopportare sta povera donna!)

Il perché è semplice, si viaggia al fresco, altra considerazione da fare che molti ignorano.

Il tragitto per quanto breve, è molto suggestivo. Non c’è durante la salita un gran panorama, ma l’ambiente circostante è molto bello. Si passa inizialmente tra radici (altra cosa da non sottovalutare) per un breve tratto di bosco, poi incominciano i gradoni, si sale dopo poco su un canalino, sempre molto umido.

Qualche anno fa in questa zona ci sono stati degli smottamenti, rimessi subito in sicurezza grazie al sapiente lavoro dei rifugisti e credo anche della giunta comunale (non ho certezza), quindi qui l’attenzione non è mai troppa.

Il tracciato prosegue sempre a gradoni, ogni tanto molla. Si supera una catena di sicurezza sotto una cascatella naturale (rivolo) e ci si inoltra zigzagando fino ad un pontile in legno. In precedenza il sentiero spiana un po’, nella zona della galleria, dove c’è l’arrivo della vecchia teleferica.

Ormai ci siamo, da qui i gradoni man mano spariscono e dopo un serpeggiare e superate alcune passerelle sul sentiero si arriva finalmente al Rifugio Sandro Occhi all’Aviolo, 1930 mt. slm.

Forse non tutti sanno che…

Il rifugio è sotto il “dominio” del CAI di Edolo, dispone di 54 posti letto divisi in varie camerate. Fa parte dell’associazione “Albergo Verde” di Valle Camonica che favorisce l’adozione di pratiche in sintonia con l’ambiente, la cultura locale e le finalità dell’area protetta del Parco dell’Adamello.

Torniamo a noi.

Vengo sempre con piacere da queste parti. Ho alcuni amici che lavorano qui e quando posso, un salto lo faccio davvero volentieri, si mangia anche bene, un motivo in più!

Mi ci sono voluti 35 minuti a corse. La palina a inizio percorso (parcheggio) indica un’ora e trentacinque minuti, prendetevela come volete, ognuno col suo passo.

Bivacco Valerio Festa

Saluto gli amici promettendo che sarei tornato per pranzo e mi dirigo verso il lago. A nord la splendida conca del Baitone fa da anfiteatro alla piana che conduce alla salita per il Bivacco Valerio Festa, la Val d’Aviolo.

Ma andiamo con ordine.

Riempio la borraccia alla fontana, e supero il cancello che evita alle amiche mucche di invadere la zona adiacente il rifugio. Rallento il passo godendomi la bella giornata di sole e mi incammino verso il fondovalle.

Il tragitto che costeggia il lago (lato orografico destro), si svolge tra radici e roccette. E’ molto suggestivo, ombreggiato, regala dei magnifici scorci verso lo specchio d’acqua. Sul versante opposto guardo sempre con rispetto il C.no della Plazza con l’omonimo passo, fatto anni orsono per il sentiero delle aquile, ma questa è un’altra storia che vi racconterò un giorno….

Attraverso il ponticello che supera il torrente Aviolo (credo) all’apice del lago e sempre in piano costeggio questo torrente che regala con le sue anse e i suoi colori cristallini quel qualcosa in più al panorama.

A circa metà percorso c’è un osservatorio faunistico, con una bella fonte che non tutti conoscono o citano, vale la pena farci un salto. Ad Onor del vero nella piana non mi è mai capitato di vedere animali, cosa che invece ho avuto la fortuna di vedere verso il C.no della Plazza, al Passo Gallinera dov’è sito il Bivacco Valerio Festa o al Passo delle Gole Larghe, per poi scendere ai laghi d’Avio, ma questa è un’altra storia.

Si prosegue fino alla palina, qui il piano finisce e incomincia una bella salita serpeggiante su pietraia fino al Passo Gallinera di discreta intensità.

Bivacco Valerio Festa

Dal rifugio al passo circa un’ora e quindici minuti.

Salgo spedito. Anche qui il tragitto è ben frequentato e ben presto arrivo al Bivacco Valerio Festa 2320 mt circa slm, dedicato appunto a chi da il nome al bivacco, alpinista edolese morto nel ’71 sul Castelletto di Brenta.

La posizione è molto suggestiva, su uno “sperone”. Il passo fa da spartiacque tra la Val Aviolo e la Val Gallinera. Irta e stretta e con discrete pendenze è la prosecuzione dell’alta via numero 1 verso Malga Stain (per chi la fa in questo verso).

Sotto il C.no di Val Rabbia e P. Adani, indisturbati dall’uomo, un branco di camosci pascola allegramente. Mi spingo un po’ più in là sulla crestina dove sorge il bivacco, in modo da ammirare nella sua interezza la Val Gallinera.

Ho splendidi ricordi su questa valle:

anni orsono con le sorelle T. feci un 48 per il sentiero 48, ormai non più esistente per via delle frane in Val Rabbia.

Avevamo dormito al Rifugio Baitone, facendo il giro classico Gnutti, Baitone, Tonolini e questa è un’altra storia nella storia.

Incredibile quante avventure, in una sola camminata.

Il giorno seguente, “passo” Bombià (o Bompià), Val Rabbia, dimenticata dall’uomo, malga Bombià, passo Timiline e risaliti in Val Gallinera per poi scendere al rifugio Sandro Occhi, 13 ore di ardente cammino, ma splendidi ricordi.

Tornando a noi… mi dirigo verso la croce in ferro nelle vicinanze del Bivacco Valerio Festa, posizionata in un punto strategico permette una bella infilata sulla piana dell’Aviolo, dove oltre al lago, si ammira meglio la parte naturalistica.

Qui oltre al larice, si trovano anche il pino Cembro, il pino Uncinato (pino mugo) e se sapete dove cercarla, (vi do un piccolo indizio le zone “paludose o di torba”), la Drosera anglica, una piccolissima pianta carnivora.

Bivacco Valerio Festa - Drosera Anglica

Forse non tutti sanno che…

La croce reca una scritta “M V” e sta ad indicare quello che probabilmente è lo spartiacque tra il comune di Edolo e quello di Vezza D’Oglio; dove

  • “M” sta per Mù: una deliziosa frazione sopra a Edolo, dove ogni anno intorno alla metà d’Agosto si svolge una bella festa, “La Festa del Castello”! Comune che è rimasto indipendente mi pare fino al 1927 e
  • “V” naturalmente sta per Vezza!
Bivacco Valerio Festa

Rimango un bel po’ a godermi il panorama defilato verso la croce, il sole è caldo, c’è molta gente e tanta ne sta arrivando dalle due valli, non attendo la Signora che fa trenta, ma spesso non trentuno e quindi avvicinandosi il mezzo dì, decido di scendere.

Amo questa discesa la faccio sempre a corse ben puntato sui talloni, d’altronde il terreno lo permette stando sempre attenti alle sghiate.

Arrivo ben presto alla piana, rallento il passo e mi trovo Countrygirl che mi aspetta seduta su un masso.

Solite manfrine, baci etc. “com’è andata?” mi chiede, risposta: “Hai fatto come al solito male a non venire” e sempre rimanendo in tema di storie… qualche anno addietro al Bivacco, l’amico Alberto Brevi, aveva fatto un bel servizio fotografico a Countrygirl.

Ottimo fotografo, gran camminatore e profondo conoscitore delle zone dell’alta Valle Camonica, spesso mi rivolgo a lui quando ho delle lacune, un compagno delle Terre Alte!

Per conoscere meglio Lui e i suoi lavori, vi suggerisco di guardare il suo profilo instagram (clicca qui)

“Ho visto la fonte!” esclama col suo solito modo di fare, sempre solare e sorridente, “Beneeee” aggiungo io in modo sornione, “Bella?”, “Ma si, vale la pena fargli una visita è sempre una cosa curiosa” e pian piano ci incamminiamo verso il rifugio pronti per un buon pranzo!

Conclusioni.

In poco meno di 10 Km si può, volendo, percorrere questo tracciato. Il dislivello è di circa 900 mt, quindi il tutto è molto concentrato, per questo a inizio racconto vi raccomando prudenza e rispetto.

Molti sottovalutano la cosa e spesso anche il vestiario. Mi è capitato nel corso degl’anni (e credetemi questo “giro” l’ho fatto davvero moltissime volte) di vedere gente con le infradito!

Mi permetto di ricordarvi una cosa:

Mantenete alta l’attenzione e il rispetto per le terre alte e ricordatevi che in caso di incidente, l’eventuale soccorso, già impegnativo per i luoghi, è reso ulteriormente critico dalla necessità di proteggere chi viene in soccorso e quanti soccorrono. A volte per mera stupidità si rischia di togliere questo prezioso aiuto a chi ne ha veramente bisogno, cioè colei o colui che le terre alte, le rispetta veramente!

Camminate pure con le vostre gambe, ma con le giuste scarpe ai piedi!

Alla prossima.

Il Selvatico.

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