TEMU’-VILLA DALEGNO-BAITE SOMALBOSCO-LAGHI MONTICELLI-BIVACCO LINGE-RIFUGIO VALMALZA-PARCHEGGIO SANTA APOLLONIA

Partenza: Temù, chiesa San Bartolomeo

Arrivo: Loc. Santa Apollonia, Ponte di Legno Brescia 1560 Mt slm

Dislivello +/-: 1600 mt circa, per l’intero percorso.

Difficoltà: EE

Tipologia: Percorso che si svolge su strade agro silvo pastorali, sentieri montani a tratti esposti, con catene di sicurezza e scalini metallici, molto lungo 25 Km circa.

Prologo

Questo è un giro che volevo farmi da tempo, tenuto nel cassetto per anni e finalmente quest’anno sono riuscito a percorrerlo. Certo mi sarebbe piaciuto farlo con Countrygirl, ma non posso pretendere l’impossibile da LEI, almeno per ora, un giorno forse…

Quindi ho preferito farmelo da solo, col mio passo, le mie elucubrazioni, le mie emozioni.

Sveglia presto, anche se partirò verso le 8.00, preparo le ultime cose e mi incammino, direzione Lecanù.

La sera prima mi accordo con la ragazza che va in città, “ci si vede al rifugio Valmalza” le dico. Lei salirà per la via normale, dalla Val delle Messi (in localiltà Sant’Apollonia) e per questo la ringrazierò in eterno. Mi capisce e sa che ogni tanto ho bisogno di evadere alla mia maniera, compiendo “le mie pazzie”.

Partiamo

Salgo fino alla fontana di Lecanù (frazione di Temù). Da lì parte la vecchia strada che porta a Villa, percorro l’agro silvo pastorale (ASP per il seguito) entrando nell’abitato. Risalgo la strada tenendo la chiesa sulla dx, fino ad arrivare all’Hotel Eden. Qui dietro si prende una seconda ASP che mi porterà fino alle baite Somalbosco. (sentiero 64)

Appena inizia si vede la palina di riferimento, non da indicazioni di tempo. Ottimi gli scorci di Villa Dalegno su questa strada.

Si viaggia spediti, tengo la bella staccionata alla mia dx fino ad un bivio, sulla dx una splendida baita, ma si va a sx, la strada incomincia a salire, ma mai in maniera cattiva.

Santa Apollonia

Qui il percorso si fa più incasinato. Arrivato ad un secondo bivio (tornante), proseguo dritto (SX), ignorando la logica prosecuzione della strada che con un tornante ingannevole mi porterebbe per altre vie. Davanti a me trovo delle baite, una piena di alambicchi e

“quasi quasi mi fermo a bere un consono”, penso…

Tenendo la baita sulla sinistra, proseguo dritto. Un bollo bianco e rosso mi fa supporre di non aver sbagliato, al contrario il sentiero invece si.

Per circa un chilometro avanzo su traccia più o meno evidente, passando su pocie d’acqua, roveti, bosco ed erba alta e mi dico “ok devo aver sbagliato qualcosa!” e invece no! Ho anche avuto la fortuna di incrociare la mia strada con un bellissimo Falco che improvvisamente spicca il volo da un bellissimo albero.

Pur non essendo un tracciato fatto da molti è comunque in qualche modo curato e arrivo finalmente ad un’altra ASP.

Anche qui l’istinto vi porta a salire, ma in realtà si scende (DX), incredibile a volte la montagna!

Dopo una decina di metri, tanto per cambiare ci si rimbatte in una nuova, splendida, magica ASP, con tanto di palina che finalmente torna ad indicare il nostro sentiero!

Da qui si sale, si “spiana”, si risale in maniera costante, ma mai cattiva. Fa caldo, ma con molti tratti ombreggiati fino ad arrivare ad una sbarra.

Sulla destra quando gli alberi lo permettono, ottimi scorci sulla valle, “la piana di Ponte di Legno”, Pezzo e mi rendo conto che manca ancora un bel tratto prima delle baite di Somalbosco…

Dicevo della sbarra, mmmh… una volta arrivato lì ero abbastanza convinto che girasse un po’ e poi spianasse fino a Somalbosco, nonnnnooo.

Amiche ingombranti

Qui, gentilmente il tracciato s’impenna repentino e dopo la strada fatta non me lo aspettavo, serpeggia per alcuni tornati e sempre gentilmente mi ritrovo a dover superare un bel gruppo di mucche!

Animali docili le mucche, lo credevo anch’io, poi ho fatto esperienze diverse, ma sono ancora qui a raccontare storie!

Mi vedono e io vedo loro, salgo, ancora un paio di curve e sono da loro, cambio atteggiamento, impostazione da pastore, ma le bestiole non si spostano dal “sentiero”.

Non me lo spiegherò mai il perché, ma sono sempre sul sentiero, possono avere di fianco uno splendido prato erboso, ma loro saranno sempre sul sentiero!

Le saluto, tre si girano, sbattono gli zoccoli… “Buone, buone non vi faccio nulla….”

I vitellini si avvicinano alle mamme e altre due si girano verso di me, muggiti….

“Escrementi” dico, ma con tutto il posto che c’è proprio qui dovete stare, in mezzo agli zebedei? E queste mi guardano con i loro occhioni, ruminando allegramente…

Passo, ma non in mezzo a loro, figurati se mi hanno fatto spazio, ma per bricchi e rododendri. Loro per fortuna sono state tranquille, accarezzo pure quella che per me era

la matriarca del gruppo, almeno credo.

Sant'Apollonia

Alle baite di Somalbosco

Finalmente dopo questo incontro e un’ultima salita arriva il piano che mi porta fino alle baite, supero la palina a dx si scende al ristorante Pietra Rossa, ma proseguo dritto, raggiungo le baite, dietro parte il sentiero per i laghi di Monticelli, Temù è ormai un ricordo.

Il passo è ancora buono, fa caldino, ma si è in ombra, il percorso prosegue in falsopiano, ogni tanto uno strappo mi ricorda di essere in montagna. Sto aggirando il Dosso di Somalbosco e il sentiero ha ripreso a salire con una certa intensità.

Aggiro anche il Gras degli Spi, attraversando una valletta che credo si chiami “La Pagherola”, fino a raggiungere una palina. Siamo attorno a 2300 Mt slm; bene, ci siamo, da qui inizia il tour dei Laghetti di Monticelli, si vedano i miei racconti precedenti.

Laghi di Monticelli

L’incontro

Adesso sono un po’ stanchino come direbbe Forrest Gump, e mi dico “appena arrivo al lago inferiore mi riposo un attimo”, ci arrivo a passo spedito e incontro 4 ragazzi (due coppie).

Ciao, miao bau, normali saluti tra gente di montagna, “da dove arrivi mi chiedono?”, “da Temù” rispondo, “Cazzooo! (scusate è intraducibile questa esclamazione) peròòò” e “dove vai’” incalzano.

Al bivacco Linge rispondo, per il traverso…. “è difficile?” No, ma magari può risultare esposto… ve la faccio breve, più o meno.

Dieci minuti di chiacchiere, dove nel mentre mi sono riposato volentieri, 35 euro a testa e liberatoria firmata (scherzo naturalmente) e insieme siamo partiti per il bivacco, offrendomi di fare l’accompagnatore di media montagna.

Le compagne soffrono un po’ di vertigine, i ragazzi no.

Dal laghetto si sale ancora, prima di attaccare il traverso, ovviamente rallento di molto il passo.

Due sono di Piacenza, due di Milano, si parla volentieri, ci si conosce e la compagnia è davvero piacevole.

Questa è la parte che può risultare più esposta, dove si trova il tratto attrezzato con catene e tre gradini metallici nel finale, ma nulla di particolarmente difficile, anche le due Signore non si sono preoccupate.

Si arriva finalmente al bivacco. Loro continuano a ringraziarmi, “senza di te non l’avremmo mai fatto e ti abbiamo anche rallentato”, io sono tra l’imbarazzato e il tronfio.

Altre chiacchiere e poi mi congedo, “scusate, ma come vi ho detto, mi aspettano al rifugio e vista l’ora, magari si preoccupano”, “scusa ancora tu e grazie ancora”.

Questo per me è lo spirito della montagna, ci si incontra, ci si confronta e si va, a volte insieme, a volte da soli, ma sempre restando aperti mentalmente e pronti a dare una mano.

Volo letteralmente verso il rifugio, la gamba c’è e incontro il solare sorriso di Countrygirl che paziente (come sempre) mi aspetta, ottimo pranzo e “comoda” discesa al parcheggio di Santa Apollonia!

Conclusioni:

questa è stata una mia scelta, il mio percorso, con la mia gamba.

In totale ci ho messo 6:02:19 per un totale di 8:53:50 e 25 Km di cammino (sono tanti), ma si può tranquillamente accorciare, (si vedano i miei precedenti racconti) salendo:

  • Dal ristorante Pietra Rossa, in località Santa Apollonia, per le Baite Somalbosco e poi ci si riallaccia a quanto descritto qui sopra (leggi qui l’articolo “Laghi di Monticelli da Sant’Apollonia“).
  • Dalle case di Predazzo per i laghi di Monticelli
  • Dal parcheggio di Val delle Messi fino al Rifugio Valmalza e poi al bivacco o dove volete.

Ognuno ha la Sua gamba e la Sua voglia di montagna, questo giorno per me è stato così, come vi ho descritto!!!

Alla prossima.

Il Selvatico.

One Reply to “SANTA APOLLONIA DA TEMU’”

  1. Noi di solito facciamo il percorso partendo da s Apollonia ( albergo Pietrarossa). Il nostro passo, mio e di mio marito è più lento in genere 6/7 h per il percorso intero, ma amiamo fermarci goderci il panorama….e oramai siamo anche sessantenne….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *