08-06-2022
Partenza: Loc. Sant’Apollonia, Ponte di Legno Brescia 1560 Mt slm.
Arrivo: Laghi di Monticelli 2496 MT slm (quota massima)
Dislivello +/-: 936 mt circa, per l’intero anello.
Difficoltà: EE
Tipologia: Percorso ad anello.
Premessa
Sono decenni che vado in vacanza in Valcamonica e non avevo mai fatto questa camminata, almeno per questo “versante”, così quel giorno ne ho approfittato. Il periodo di giugno è fantastico, non c’è in giro nessuno, i rifugi sono ancora chiusi, i turisti non si sono ancora ammassati. Al massimo qualche nonnina/o che trovi in giro per i paesi con i nipotini, per scampare al caldo cittadino e per chi era già nato si ricorderà per sempre, l’estate del 2022, TORRIDA!
Tra l’altro era anche un giorno infrasettimanale, un mercoledì e ne avevo approfittato per recuperare un po’ di ferie arretrate, ma sto divagando.
Dicevamo…
Sono partito dalla Località Sant’Apollonia, in prossimità del ristorante Pietra Rossa, ho parcheggiato lì, proprio perché in giro non c’era nessuno, nello spazio di fronte alla Fonte di Sant’Apollonia. Per avere informazioni utili su questa fonte vi consiglio di leggere il racconto di Countrygirl in merito. (“La fonte di Santa Apollonia“)
Mi preparo in fretta e mi dirigo verso il ristorante, attraverso il ponte sul torrente Frigidolfo. Qualche chilometro più a valle, unendosi con il torrente Narcanello, formeranno il fiume Oglio. Se vi fate una visitina nella bella Ponte di Legno, all’altezza della Rasega, noto locale del posto, potete ammirare la confluenza e l’origine dell’Oglio.
Torniamo a noi…
Passo di fianco alla chiesetta dedicata alla santa, molto graziosa, (foto) e proseguo su agrosilvopastorale. Tengo sulla destra il caseificio, dove è possibile comprare ottimo formaggio, prendendo la strada in salita; già, siamo in montagna e guarda caso… bisogna salire! Un gruppo di vitelli, abbastanza giovani muggiscono spaventati al mio passaggio; al contrario un gruppo di asini sembrano non notare la mia presenza.
Supero un complesso di Baite e sulla sinistra trovo una palina, ben visibile, da dove parte una bella mulattiera in moderata salita. Direzione Baita di Somalbosco. Il sentiero è il numero 154 ex 54.
Attenzione:
Per effetto della Legge Regionale n.5 del 27/02/2017, che ha istituito la Rete Sentieristica della Lombardia (REL), è in atto la rinumerazione dei sentieri lombardi e anche nazionali.
La mulattiera attraversa un bel lariceto
e vi assicuro che la cosa non mi è dispiaciuta affatto, anche a queste quote, quel giorno e per altri a venire, faceva un caldo pazzesco!
Salgo in apparente frescura, serpeggiando sinuosamente per il sentiero, fino a raggiungere la Baita di Somalbosco a quota 1952 Mt slm, in giro non c’è anima viva.
Per tutto il tragitto sono stato cullato dal fragore del torrente, dal canto di vari uccelli e dal ronzio degli insetti.
Le infiorescenze esplodono ovunque, sui pendii prativi, nelle immediate adiacenze della baita.
Mi riposo un attimo, due giorni prima avevo camminato sempre da queste parti, ma facendo un altro percorso, piuttosto lungo, ma questa è un’altra storia da narrare.
Dalla malga prendo il sentiero 156 ex 64, in direzione dei Laghi di Monticelli. Dalla parte opposta si va verso Villa Dalegno, qui il sentiero spiana e per un lungo tratto riposo la fatica, godendomi il paesaggio, sempre immerso nel bellissimo lariceto.
Il percorso prosegue in falsopiano, ogni tanto uno strappo mi ricorda di essere in montagna e non sul lungo mare di Viserbella. Sto camminando sulla parte orografica destra della bellissima Valle delle Messi, risalendola e davanti a me si staglia il Gavia, con lo storico passo, meta d’élite per gli amanti del ciclismo.
Poco più a destra il Monte Gaviola e la cima Caione, altra bellissima vetta da me raggiunta, anche questa è un’altra storia da narrarvi.
Ebbene…
giunto a questo punto, sono costretto a drogarmi, sono stanco e cotto dal caldo. Sto aggirando il Dosso di Somalbosco e il sentiero ha ripreso a salire con una certa intensità, sarà così, fino al lago superiore.
Aggiro anche il Gras degli Spi, attraversando una valletta che credo si chiami “La Pagherola”, (mi correggano gli amici camuni) fino a raggiungere una palina. Siamo attorno a 2300 Mt slm; bene, ci siamo, da qui inizia il tour dei Laghetti di Monticelli.
Il senso di marcia è uguale, orario o anti orario, ma se volete seguire un consiglio e fare come ho fatto io, vi consiglio quello orario.
Si prende il 156A ex 64A e si sale verso i laghetti di Monticelli, qui il sentiero man mano sparisce e si comincia a camminare su traccia. Bisogna fare attenzione ai “pitoti”, forma dialettale bresciana per gli ometti in pietra, e ai segni bianco rossi che affiorano sulle roccette, nei prati erbosi d’alta quota.
Per questo ho segnalato questo percorso per EE (escursionisti esperti), ma tolto questo tratto non è nulla di difficile, ricordatevi sempre che siete sulle terre alte e a una discreta quota, quindi attenzione all’equipaggiamento!
Il lago superiore, sebbene il meno caratteristico, sembra più uno specchio d’acqua. E’ il mio preferito, siamo nella “conca monticelli di somalbosco” al cospetto del Monte Coleazzo e della sua cresta, che severi ci osservano, in questo meraviglioso anfiteatro naturale.
Da qui continuo l’anello sempre in senso orario, guadando rivoli d’acqua che sembrano giocare con me, anche con piccole cascatelle, sempre seguendo la traccia tra “pitoti” e segnavia. Scendo su terreno prativo e roccette, al crocevia seguo a sinistra verso il lago inferiore a quota 2239 Mt slm.
Il panorama per tutto il tragitto è davvero molto interessante. La parte del Gavia è sempre con voi, se si guarda a monte della Valle delle Messi, abbiamo il massiccio del Pietra Rossa e se si guarda a valle, abbiamo il massiccio dell’Adamello-Presanella.
Quindi, se abbiamo voglia di giocare con questi bellissimi laghi alpini di origine glaciale e in base a dove punteremo l’obiettivo, avremo la fortuna di vedere specchiati nell’acqua panorami, davvero molto belli.
Inoltre l’Eriophorum angustifolium Honck la fa da padrone intorno a questi bellissimi specchi d’acqua.
Da qui seguo le indicazioni per la baita di Monticelli 2071 Mt slm per il sentiero 156A ex 64A, ignorando il traverso per il bivacco Linge, altra bella camminata che vi dovrò raccontare.
La raggiungo in fretta passando in una selva di Rumex Alpinus L. (Romice alpino), qui ci si ricollega alla classica salita per i Laghi di Monticelli.
La malga è posta su una bella terrazza panoramica e ne approfitto per ri-drogarmi su un comodo masso adiacente la struttura.
Resto fermo al sole a prendere una bella tintarella, prima di riprendere il passo.
La discesa, da qui, è simile alla salita per la Baita di Somalbosco. Si scende per un bel lariceto e ci si ricollega all’agrosilvopastorale, il sentiero 158 ex58 all’altezza delle case di Pradazzo a quota 1665 Mt slm.
Proseguendo sul 158 ex58, verso monte è possibile raggiungere il Rifugio Valmalza, ottima gita per famiglie.
Io invece mi dirigo a valle, passando per le case degli Orti, Silizzi, fino a raggiungere la macchina.
Alla prossima il Selvatico.
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NDA: le immagini dei laghi di Monticelli inserite in questo articolo sono sempre scattate da me, ma nel corso degli anni.