MONTE BERLINGHERA 1930 Mt slm. 25-02-2022
Partenza: Chiesetta di San Bartolomeo (1203 mt slm), sopra Gera Lario.
Arrivo: Monte Berlinghera (1930 mt slm).
Dislivello: 727 mt circa.
Difficoltà: E, se si percorre la via normale; EE, se seguite la VARIANTE qui descritta, in particolare il tratto dall’Alpe Derschen, all’Alpe Pero.
Tipologia: Percorso ad anello.
Il monte Berlinghera è una bellissima cima dell’alto lariano, sopra Gera Lario, bellissimo paese sul versante nord del lago di Como, a cavallo tra le province di Como e Sondrio. Una splendida balconata che si affaccia, col suo 360°, su Val Chiavenna, Valtellina, lago di Como in quasi tutta la sua interezza e lago di Mezzola, con le sue acque smeraldine.
Sita sulle alpi Lepontine, è una bellissima meta escursionistica.
Partiamo presto e questa volta sono con il mio compagno d’avventure, il Sig.0081 e la sua Cana, una splendida Border Collie di nome Ginger, cane pastore di noi bipedi e fedelissima compagna di cammino.
La strada è lunga, ci vogliono circa due ore di macchina, per raggiungere la chiesetta di San Bartolomeo punto di partenza di questa escursione.
Nel tragitto ci fermiamo alla Baita del Vikingo, a circa metà salita per San Bartolomeo a bere un caffè. Il posto è molto carino, quattro meravigliosi gatti, seduti comodamente su un tavolo in legno all’ingresso e intenti a godersi il primo sole mattutino, ci accolgono al nostro arrivo.
La Ginger è molto incuriosita, i gatti contrariamente non sono interessati, alla sua presenza ignorandola, come solo un gatto è in grado di fare!
Bevuto il caffè, ci soffermiamo sul lato opposto della strada, dove i gestori, hanno allestito un bellissimo tavolino con sedie in ferro battuto, con splendida vista che spazia sul Monte Legnone e sul lago di Como.
Proseguiamo con la macchina in direzione San Bartolomeo e poco dopo l’agriturismo Giacomino, chiuso in questo periodo, abbiamo la fortuna di vedere tre bellissime cerve che ci attraversano la strada o meglio, siamo noi ad attraversare la loro!
Goduto il momento, arriviamo finalmente alla chiesetta di San Bartolomeo.
Consiglio di arrivare al mattino presto, anche perché c’è poco parcheggio!
Ci prepariamo o meglio, mi preparo, dirlo per il Sig.0081 è un eufemismo, per lui ci vuole almeno un quarto d’ora per fare tutto; nel mentre è in grado di spostare tutte le borse presenti nel bagagliaio, perdere gli occhiali tre volte in un metro quadro, motivo per cui io, non li tolgo mai, sono più cieco di lui, allacciarsi e slacciarsi gli scarponi più volte e controllare almeno una decina di volte se ha preso tutto, anche le cose per la cana e vedere dov’è finita.
Giustamente Lei, appena scesa dalla macchina è subito in cerca di un legno che solitamente, porta con noi per tutto il tragitto, inseparabili!
Nel frattempo, io, come un bravo badante, lo direziono o passo il tempo a dirgli, “presi, sono lì, la Ginger è qui, hai preso i guanti e il cappello?, etc”
Questo si ripete più o meno, tutte le volte, è un po’ il nostro mantra…
Partiamo!
Da San Bartolomeo seguiamo il sentiero indicato dai cartelli dell’Alta Via Lariana, passando per un bellissimo bosco di pini silvestri. Il pino silvestre, conosciuto anche come pino di Scozia, è un albero sempreverde della famiglia delle Pinaceae.
È una specie arborea di primaria importanza nel settore forestale e selvicolturale.
Dopo poco tempo incontriamo un bivio e proseguiamo verso destra su strada sterrata, la Ginger ha sempre con se, il suo legno che costantemente appoggia a terra nel tentativo di farselo lanciare.
Più avanti, dopo un tornante che vira a sinistra, incrociamo un altro bivio e anche questa volta procediamo verso destra fino a raggiungere un’ampia radura dove troviamo l’Alpe Godona a quota 1425 mt slm, prima di una serie di alpeggi che andremo ad incrociare sul cammino.
Il sentiero prosegue su tracce abbastanza evidenti, fino al raggiungimento dell’Alpe Derschen a quota 1530 mt slm. Questo tratto finale si percorre fuori dal bosco e qui la strada si complica, infatti abbiamo dovuto rinunciare, cambiando percorso alla salita del Monte Berlinghera, posto esattamente a nord, rispetto alla nostra posizione, ma non ancora visibile.
Andiamo con ordine. Siamo ancora in pieno inverno e sebbene sia stato un inverno molto mite con temperature elevate, rispetto alla media stagionale, il terreno, grazie anche a qualche nevicata sporadica, ha assunto il tipico colore grigio brunastro del periodo e per due Mister Magoo come noi vedere le traccia a questo punto, è risultato particolarmente complicato!
Parentesi.
Mr. Magoo è un personaggio immaginario, protagonista di una serie di cortometraggi animati prodotti, dal 1949 al 1959.
Breve riposo, con scatti fotografici, fuori dal bosco le temperature si sono alzate notevolmente e colgo l’occasione di togliere un po’ di strati.
Consultiamo cartine e gps, nel tentativo di individuare la traccia, per l’Alpe Pero.
La parte che abbiamo dovuto evitare, ma spiegata qui sotto:
In condizioni favorevoli avremmo dovuto fare quanto segue: raggiungere un colletto erboso posto a nord dell’Alpe Derschen, da cui è già possibile veder l’Alpe Pero, nonostante il grigiore circostante.
Da questo colletto si traversano in piano ripidi pendii, con attraversamento di roccette e qualche breve tratto franoso, in direzione di un larice solitario, ancora incredibilmente saldo nella sua posizione!
Da lì per rapidi pendii, raggiungere i ruderi dell’Alpe Pero, il monte Berlinghera è esattamente verso ovest, rispetto all’alpe, ma per poterlo raggiungere, bisogna salire verso sinistra su ripidi pendii, fino alla forcellina.
Da qui, su traccia, dopo una breve discesa, si continua in direzione sud-ovest su terreno ripido e roccette, salendo poi verso destra fino a raggiungere la cresta nord-est del Monte Berlinghera, per arrivare in cima.
Peccato! La cosa non è stata possibile per via dell’esposizione a nord di questo versante, come vi dicevo in precedenza, alcune nevicate hanno complicato il passaggio e rischiare di volar giù per diversi metri, non era proprio cosa da fare!
Quindi dopo un centinaio di metri percorsi, abbiamo deciso di tornare sui nostri passi verso l’Alpe Derschen e trovare un’altra via, molto più sicura.
Alla Ginger abbiamo fatto lasciare giù il suo legnetto e l’abbiamo messa in sicurezza, con sommo dispiacere da parte sua, per l’abbandono del suo trofeo!
Nulla di grave, al nostro ritorno all’alpe, ne ha trovato subito un altro!
Decidiamo a questo punto di proseguire in direzione nord rispetto all’alpe Derschen.
Una traccia evidente, costellata da fatte di capra, ci apre un’altra via, in pratica seguendo la me… (finisce per da), scusatemi il francesismo, abbiamo trovato la nostra strada!
Questo ci ha permesso, proseguendo verso nord-ovest, sempre sotto le pendici del monte, di raggiungere, la via normale deviando verso nord su ripidi pendi nel bosco, controllando spesso il gps, per seguirne la traccia. Nulla di complicato, ve lo assicuro anche perché ad un certo punto, abbiamo incrociato un vecchio sentiero che in piano, camminava parallelo alla via normale, qualche metro sotto, circa una cinquantina.
A questo punto siamo sulla via normale, un ultimo strappetto ci porta in cima, dove tira un vento gelido, ci copriamo immediatamente.
In vetta sono presenti resti di una cappelletta, ormai distrutta, probabilmente da un fulmine, integrati ora, nel paesaggio circostante.
Le foto sono di rito, la giornata è tersa e la vista davvero mozzafiato, di fronte verso sud il Monte Legnone, verso sud-ovest il lago di Como, verso est la Valtellina e verso nord la Val Chiavenna, e a nord-est la bellissima Val Codera meta di un’altra bellissima escursione, fatta con il Sig.0081 e la cana.
La discesa la facciamo più o meno per la via normale, tramite il sentiero finale che ci ha portato in cima al Monte Berlinghera.
Su sentiero raggiungiamo in breve, la conca dell’Alpe Pescedo 1561 mt slm e dell’Alpe di Mezzo 1537 mt slm, poste una di fronte all’altra, immaginandoci ipotetiche e funamboliche diatribe tra le due fazioni, qui è presente una bellissima e gigantesca altalena che si affaccia, sul lago di Como.
Ovviamente adorando le altalene, ci faccio un giro…
Ci siamo rifocillati all’Alpe di Mezzo, non ce ne vogliano gli abitanti dell’Alpe Pescedo, abbiamo trovato un bel tavolo in legno e ci è sembrato giusto fare una sosta, dopo le fatiche sostenute fin qui.
Da qui una comoda forestale, ci riporta alla chiesetta di San Bartolomeo, passando per l’ultima Alpe, quella di Predapiatta 1435 mt slm.
Alla prossima! Il Selvatico.
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