Rifugio Stoppani al Grostè-Rifugio Tuckett-Rifugio Casinei-

Cascate di Vallesinella-Rifugio Vallesinella-

Passo Campo Carlo Magno

11-08-2023

Partenza: Cabinovia Grostè, passo campo Carlo Magno.

Arrivo: Rifugio Stoppani al Grostè 2442 MT slm.

Dislivello +352 mt circa. -760 mt circa, 19 Km circa

Difficoltà: E

Tipologia: dal Rifugio Stoppani, si ritorna al passo di Campo Carlo Magno, definiamolo

un semicerchio.

Rieccoci finalmente a rimuovere il passo per le Dolomiti di Brenta, anche qui dopo vent’anni (si veda il resoconto sul XII Apostoli)!

Si parte molto presto dalla Val Camonica, (il Mio luogo di villeggiatura preferito, Trentaquattro anni di militanza in queste zone) Con il pretesto di arrivare puntuali all’apertura della cabinovia Grostè.

In strada poca gente e in fretta si raggiunge il Passo del Tonale e si scende per la sinuosa val di Sole, fino a Dimaro.

A Dimaro prendiamo la deviazione per il Passo Campo Carlo Magno. Con me la fedelissima Countrygirl a cui oggi farò fare un bellissimo trekking sulle Dolomiti di Brenta, non difficile, ma abbastanza lungo, sono circa 19 Km.

Arriviamo in anticipo.

Qui il parcheggio è a pagamento e tra il parcheggio e la risalita con la cabinovia, volano via dei gran soldi, ma credetemi, ne vale la pena, l’alternativa e farvela a piedi!

Saliamo in solitaria e man mano che ci si avvicina la Rifugio Stoppani, il panorama è magnifico.

Le Dolomiti di Brenta sono un vero gioiello del nostro territorio.

All’arrivo non c’è quasi nessuno e subito una palina ci indica la via da percorrere o almeno la indica a Countrygirl perché appena preparata “l’attrezzatura” parto, al solito, a passo spedito.

Considerate che dallo Stoppani al Tuckett, la strada è praticamente in falso piano.

“Ci vediamo al Tuckett” le dico, “fai con calma e goditi il panorama, io ti aspetto lì!”. Ora, camminare sulla dolomia è davvero affascinate, se poi lo si fa praticamente in piano è ancora meglio. Per via della sua fragilità crea nel tempo paesaggi e passaggi sempre nuovi. L’ho sempre definito, magari erroneamente, un paesaggio lunare, questo a mio personalissimo parere.

Salto il più velocemente possibile i vari trekker partiti con noi, in modo da restare solo con me stesso e le Dolomiti di Brenta per potermele godere appieno, in “solitaria”.

Vent’anni sono davvero tanti e pian piano la memoria riaffiora alla mente, andando addirittura ancora più indietro a quando ero un piccolo “Bocia” (ragazzino) e percorrevo quel sentiero con i miei genitori, pace all’anima loro….

Spesso mi sono fermato a fotografare il panorama, inviando alcune delle foto al Vecio Apìn (mio zio), mostruoso conoscitore di queste montagne; così per sfidare la sua memoria.

Non cime o panorami evidenti, ma pezzi di percorso o rocce particolari… Puntualmente il Vecio, mi rispondeva azzeccando perfettamente il posto, come se avessi un geo localizzatore nascosto nello zaino, impressionante!

Questo è vero amore per le terre alte, passione autentica!

Continuo il mio incedere, sempre meravigliato da questi luoghi. I ricordi aiutano il passo. Incontro qualche altro bipede sul cammino con cui scambio volentieri due parole, in particolare con un gruppetto di signori, tutti uomini di una certa età che si stanno facendo il percorso fino al rifugio Alimonta.

“Dormite lì e domani vi fate le bocchette centrali?”, chiedo. Risposta affermativa.

Ci salutiamo e procedo verso il Tuckett, non manca molto, riconosco la zona.

Sebbene l’abbia visto tante volte in passato, il ritorno dopo tanto tempo lascia sempre senza fiato, figuratevi Countrygirl…

La posizione è stupenda, attorno si ha uno splendido anfiteatro tra le più belle cime delle Dolomiti di Brenta e sullo sfondo la bocchetta di Tuckett. Il sole è caldo, il cielo è terso e in attesa della mia amata, scatto una marea di fotografie, offrendomi di scattarne alcune a gruppi, solitari o coppie.

Mi siedo all’ombra del rifugio, godendomi lo scenario verso la bocchetta, fatta negl’anni duemila, con le sorelle T. Un giro molto bello che abbraccia quasi tutti i rifugi della catena del Brenta (3 gg di giro), magari un giorno ve lo racconterò.

Il rifugio è stracolmo. Di facile accesso è meta gradita a molti, ma già incomincio a intravedere parecchie anomalie che negl’ultimi anni stanno contraddistinguendo la montagna. Persone molto inadeguate di vestiario etc che negl’ultimi dieci anni invadono le montagne. Per carità nessuno lo vieta, ma rispettate le terre alte!

Il seguito sarà anche peggio!!!!

Arriva Countrygirl. Occhi spalancati per la meraviglia, mi abbraccia e mi bacia, rito non spiacevole, ma a cui sono soggetto ogni volta che la porto in luoghi magici, con miei consueti sbuffi e sue costanti risate.

Prendo una birra e me la godo al sole, va giù bene è bella fresca, compro anche la maglietta per la mia personalissima collezione di magliette rifugio.

Tante le foto, concedo autoscatti, altra regola a cui sono soggetto in questi casi, sbuffi miei e risate sue.

Dopo esserci goduti per bene il panorama, partiamo per il rifugio Casinei. Scendendo verso la Sella del Fridolin, poca gente, ma qualcuno si incontra. Al contrario alla Sella in salita però verso il Rifugio Brentei, stanno salendo carovane di persone.

Dolomiti di Brenta

Dalla Sella al rifugio Casinei il sentiero è abbastanza ampio ed è stato tutto un: “buon giorno”, “salve”, “dove andate?”, “buona giornata!”, “gran bel giro”, “siete quasi arrivati!”, “manca poco”, “sei di Milano, conosci Mario?”….

Noi proseguiamo il nostro cammino fino a giungere al rifugio. Countrygirl trova posto all’ombra di un bell’abete rosso, su una panchina di legno. Io mi apparto in zone molto meno affollate, il rifugio, anche questo di facile accesso, è preso d’assalto.

Riposati un po’ per via del caldo che adesso si faceva sentire, partiamo sempre in discesa verso le cascate di Vallesinella, bellissime cascatelle, salti d’acqua etc che già scendendo per il sentiero nel bosco, si possono ammirare dall’alto.

E qui è incominciata la follia umana.

Come vi ho già detto prima, la situazione bipedi è andata peggiorando. Tralasciando le solite frasi “manca molto al rifugio?” con mie risposte del tipo: ”Signori/Signore, alzate lo sguardo, è lì!” “AH, siamo arrivati!?”, pare di si…

Mi arriva quello che ho definito, il mio idolo della giornata.

Scena: esterno giorno in montagna, mezza mattinata.

Lui mi arriva completamente sfatto, capello semi lungo completamente arruffato come se avesse preso la scossa, polo a righe bianche e blu di nota marca marittima, maglione legato al collo della stessa marca, pantaloncino cargo di colore blu, occhiali da sole di nota marca, scarpette da barca… il rutto libero l’ho fatto io!

Mi guarda…, lo guardo, “Manca molto al rifugio?”, risposta “è venuto in barca?”, non coglie… “Come?”, mi ripeto, questa volta scandendo bene le parole, probabilmente è in carenza di ossigeno, “è venuto in barca?”, ride.

“Sa, mi hanno detto che era facile….” Aggiunge e “questo l’autorizza a venire in barca!?”, “per la montagna ci vuole un minimo di rispetto!” aggiungo, nel mentre arriva Countrygirl che osserva il tutto perplessa.

Saluto per cortesia e con la Signora mi allontano scuotendo la testa. Fatto qualche metro scoppio a ridere, mi volto verso Countrygirl, ma non mi esce verbo, è sufficiente lo sguardo.

Cito anche, ma senza malizia, una simpatica famigliola di nonni con nipote di Cesena, loro due con anni di militanza in queste zone, rispettosi delle terre alte, lui molto arrabbiato perché non amante delle salite, ma gran discesista. “Un giorno capirai” gli dico…

Incontri particolari a parte….

Che dire, fin qui il sentiero è molto bello, passa per il lariceto/abetaia, dove la difficoltà più grande sono le radici che si insinuano nel tragitto, giocando col terreno.

Il percorso che costeggia il torrente Vallesinella o per meglio dire, rio, è davvero stupendo. Come vi dicevo prima, i giochi d’acqua sono davvero ammirevoli.

Pontili in legno attraversano il tragitto d’acqua, spostando il versante orografico della nostra discesa.

E anche qui….

Non stiamo parlando del Golden Gate Bridge (famoso ponte di San Francisco), ma di pseudo piccoli pontili. Ora, è buona norma far passare le persone, prima in un verso poi nell’altro, in modo da non doversi schiacciare al centro del pontile.

Pare che per tutti non sia così e poi mi dicono che sono un orso…

Partiamo per primi, dalla parte opposta arriva un gruppo, definiamolo tale. Siamo già a metà ponte e questi incominciano la traversata, mi sono sentito in dovere di travolgerli e senza chiedere scusa, perdonatemi, ma c’è un limite.

Countygirl è molto affascinata dalle cascate, in effetti meritano parecchio, anche qui, solito rito di autoscatti, baci, sbuffi.

Raggiungiamo il rifugio Vallesinella, verso l’ora di pranzo, poco prima a monte del rifugio in un bellissimo maso, un bellissimo golden retriever e la sua padrona si stanno godendo la tintarella, lui spiaggiato sull’erba, lei sulla sdraio a leggersi un libro.

Il rifugio è stracolmo.

Mangiamo qualcosa trovando incredibilmente un posto, grazie anche all’infinita pazienza della Signora e finito il pasto un bellissimo sentiero immerso per fortuna nel fresco del bosco ci riporta verso Campo Carlo Magno, aggirando molto in basso lo Spinale.

Tornati al punto di partenza ci concediamo un aperitivo veloce, prima di ritornare in Val Camonica, dopo una giornata davvero intensa per le Dolomiti di Brenta e incontri ravvicinati del terzo tipo!

Alla prossima.

IL Selvatico.

Dolomiti di Brenta

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