RIFUGIO XII APOSTOLI “fratelli garbari” 2487 Mt slm
MALGA CIOCA-“BREGN DE L’ORS”-VALAGOLA-SCALA SANTA-BUSA SECA
09-08-2023
Partenza: Cabinovia Tulot omonima località.
Arrivo: Rifugio XII Apostoli 2487 Mt slm Alta Val Nardis, Conca di Pratofiorito.
Dislivello +/- 1300 mt circa.
Difficoltà: EE
Tipologia: percorso ad anello che si svolge su agro silvo pastorali, sentiero con tratti attrezzati con cavi d’acciaio, a tratti può risultare esposto, per la discesa in parte ghiaione,
giro abbastanza impegnativo lunghezza 20 km circa.
Vent’anni!!!
Sono passati vent’anni dall’ultima volta che sono passato di qua.
Francesco Guccini avrebbe detto così cit:
” … Perché a vent’anni è tutto ancora intero perché a vent’anni è tutto chi lo sa
a vent’anni si è stupidi davvero quante balle si ha in testa a quell’età’…
Direi che sono stato stupido io a non tornarci per vent’anni al XII apostoli e non li ho più da tempo…
Da piccolo questa camminata mi fu proibita, troppo giovincello per poterla affrontare e da allora è rimasta un mito da sfatare, cosa che feci in età adulta.
Poi è rimasta al dì la di una catena montuosa.
Fino ad oggi che ho detto a Countrygirl: “amore ti porto in un bellissimo posto ed è una vita che non ci vado!” e così dalla Val Camonica in circa un ora e qualcosa di strada, simo arrivati in località Tulot per prenderci la cabinovia, fino alla malga Cioca.
Scelta direi obbligata, anche perché la salita classica che solitamente si fa dal Doss del Sabion utilizzando cabinovia e seggiovia era letteralmente dismessa per rifacimento!
Si allunga il percorso, ma ne vale la pena!
Ovviamente partenza presto.
Quasi all’apertura degli impianti, in una giornata non proprio magnifica, stratificazioni alte non ci hanno concesso il cielo terso, meglio così, abbiamo viaggiato al fresco.
Il primo tratto è un sali e scendi che permette di scaldare bene le gambe. Percorso che in pratica “aggira il Doss del Sabion” su strade ASP ben battute che attraversano il bosco, fino a raggiungere la località Bregn de L’Ors, tradotto credo sia abbeveratoio dell’orso.
Vi ricordo che in queste zone c’è la possibilità di incontrare il grande plantigrado. Per informazioni e modalità di comportamento il web è pieno di video sull’argomento. Il parco naturale Adamello Brenta può fornire ulteriori informazioni, così come le guardie forestali o il progetto reintroduzione dell’orso etc.
Io NON HO COMPETENZE IN MERITO, se non per studi personali, informazioni prese dal web e conferenze sull’argomento, QUINDI rivolgetevi a CHI DI DOVERE!!!!
Niente paura per quel che mi riguarda.
Le strade sono molto battute e per quel che ne so, ben poco rispetto agli esperti, se “l’orso fa l’orso noi non lo vediamo neanche”, ma stare attenti non costa nulla!
Argomento fastidioso e molto delicato, mi RIPETO NON HO COMPETENZE, ma è giusto farlo presente.
Torniamo al cammino.
Fin qui tutto bene, ogni tanto si butta un occhio tra gli abeti per vedere se per caso salta fuori qualcosa di interessante…
Durante il tragitto conosciamo anche un ragazzo di colore, proveniente dal Ghana, ma da anni a Brescia che in solitaria sta facendo anche lui, il nostro cammino.
Alto e dal passo veloce lo seguo fino all’attacco della scala santa con molta fatica, poi una volta iniziata la salita, riesco a staccarlo e pian piano incomincio a salire alla mia solita maniera, sguardo basso e passo rapido.
Incominciano i gradoni e i tratti attrezzati e ben presto sono costretto a fermarmi.
Mi rendo conto che Countrygirl, potrebbe soffrire la salita, mi fermo, l’aspetto.
Tutti quelli che mi avevano lasciato passare, mi guardano perplessi…”tutto bene?”. Anche il Nostro amico è incuriosito e la risposta è stata la stessa per tutti… ”aspetto la mia compagna che soffre un po’ di vertigine e questa tipologia di percorso, può darle fastidio…sigh!!!!
Arriva, mi guarda e sorride, solare come sempre…”mi hai aspettato, AMORE MIOOO!”, “mmhhh eh sì, prima che pianti una crisi isterica ho preferito farlo!”.
Morale, saliamo insieme e nel mentre una bimba di circa dieci anni, saliva zompettando come un capriolo. Io grugnisco e Countrygirl scoppia a ridere. Faremo conoscenza con la fanciulla e la sua famiglia più avanti.
Foto di rito alla statua mariana, dove la Capa finge una faccia sorridente per nascondere un pianto e credo la sua terza crisi isterica… e la piccola creatura che la “perculava”, facendomi molto ridere, mentre mamma e papà la rimproveravano, nonostante le mie obiezioni!!!
Finita la scala santa il sentiero torna a salire normalmente, ma sempre con un buon tiro. A quel punto riparto col mio passo sfogandomi un po’. Questo fino al tratto finale, dove ancora, sono costretto a fermarmi perché un po’ rognoso in qualche passaggio, naturalmente non per me, ma per la mia amata che stavo incominciando ad amare un po’ meno!
Nella salita una bella panca di legno e si può ammirare anche la famosa chiesetta che visiterò dopo pranzo, in maniera veloce.
Finalmente l’arrivo al XII apostoli.
Io molto emozionato, ma anche Countrygrl nonostante la fatica è piacevolmente colpita, in effetti il panorama circostante non è niente male, la piana su cui è posto il rifugio XII apostoli è da paesaggio lunare. La cima XII apostoli, guardando verso la valle il Carè Alto, la Presanella a mote cima Tosa, cima Amibiez e Agola e sempre la deliziosa chiesetta finita il 28 settembre del ’52 credo, nata da una triste vicenda successa negl’anni’50, la morte di tre giovani alpinisti e da qui l’idea, di questo meraviglioso progetto.
Cibo delizioso e veloce ri-visita alla chiesetta, fatta solo dal sottoscritto, la Signora non è venuta per il solito problema di vertigine, inesistente, per quanto mi riguarda!
Beh! Le dico “ora si scende dalla Busa Seca”.
Vedrai è spettacolare e soprattutto mi raccomando di corsa e sui talloni è molto divertente!!!!… sigh!, non sarà così, almeno per lei.
Si sale all’omonimo passo (XII apostoli) circa 2555 mt e da lì parte la lunga discesa sul ghiaione cambiata da vent’anni a questa parte, la “dolomia” non perdona e ha mutato il percorso negl’anni!
Infatti mi ricordavo si scendesse tutto sulla destra, ma ora non è così, posso tranquillamente sbagliami in fondo è passato del tempo dall’ultima volta…
Nel tragitto facciamo amicizia con la famiglia, ve la ricordate? Il piccolo capriolo e i suoi genitori, lui si chiama…A ed è con lui che ho cominciato la discesa a corse sui talloni, sghiando di tanto in tanto e fermandoci a vedere dov’erano finite le tre donzelle.
Mi stavo divertendo come un bambino!
La risposta è semplice, il piccolo capriolo, quasi quasi ci stava dietro rimproverando continuamente sua madre e Countrygirl per il modo di scendere!
Beh, almeno si son trovate dico ridendo ad A., vedo che invece tua figlia oltre a non avere peli sulla lingua è una gran camminatrice! Ride..
Vengo a scoprire che è nato a Milano, trasferito a Torino per lavoro e che adesso vive a Pinzolo, ha fatto bene.
Vengo inoltre a scoprire che in quella zona, a suo dire, stanziano 8 orsi, dalla malga Cioca alla malga Movlina… “molto bene aggiungo!” (l’informazione non ha riscontri oggettivi) e aggiungo: “ti prego che questa cosa rimanga tra di noi, grazie o la mia amata si blocca e mi tocca chiamare il soccorso alpino!”.
Incomincia a far tardi e le due ragazze meno giovani, fanno fatica a tenere il passo, me c’è un problema, loro hanno la macchina alla malga Movlina, noi dobbiamo tornare alla malga Cioca, una sorta di corsa contro il tempo! Incomincio ad incalzare Countrygirl anche perché il tragitto è ancora lungo!
A questo punto e per fortuna, mia, il ghiaione è terminato.
Il sentiero sempre in discesa decisa, muta a “terreno più facile”, compagna mi si accoda e incominciamo a distanziare i nuovi amici, in pratica salutandolo dal basso verso l’alto, qui il sentiero serpeggia tra i mughi alti come Shakil o Nell (noto giocatore di basket NBA) e visto quanto dettomi da A, distanzio la mia compagna, stando avanti a lei di almeno un centinaio di metri e continuando ad ogni curva cieca a far sentire la mia presenza.
Ogni tanto l’aspetto, lei sempre sorridente ogni volta che mi vede, ignara del perché…
Il sentiero “nascosto” finisce in pratica al Baito dei Cacciatori, dove stanchi ci riposiamo per qualche breve minuto. Si riparte, ma le salite non sono ancora finite, arrivati infatti al passo del Gotro 1850 Mt (bel dislivello in discesa), ci tocca risalire un po’, fino a riportarci sull’ASP che ci riporta alla Bregn de L’Ors e poco dopo la tragedia….
Niente Orso, non vi preoccupate, ma Lei decide che di colpo, nonostante l’esperienza quasi decennale, i tempi sulle paline siano veri!
Completamente sfatta, uso questo termine apposta e non il termine provata, mi guarda e mi dice: “ma come ancora due ore, non ce la faremo mai, sono le 16:20!?”, io stavo già pensando al divorzio….
Mi giro con sguardo teso… e rispondo grugnoso “ma da quando fai affidamento ai tempi?”, risposta, “ma cosa vuol dir..”, non le faccio finire la frase e ribatto “ vuol dire che devi muovere il c…, finisce per sedere! E parto come una locomotiva, facendo da lepre e divertendomi un po’!
Ps sono un orso, per restare in tema, ma un orso buono.
In realtà tenevo un’andatura molto veloce, ma sempre con occhio vigile su di Lei, facendo finta di rallentare, in modo da motivarla il più possibile e alla fine e per fortuna ce l’abbiamo fatta. Alle 17.20 con ben dieci minuti di anticipo, eravamo sulla cabinovia per la discesa.
Brava Countrygirl ce l’hai fatta, un po’ di fatica (trasfigurazione attraverso Satori – Ken il guerriero), ma l’hai portata a casa!!!
E a quel punto mi sono confessato. Dicendole quanto A mi aveva detto sugl’orsi in quella zona; del perché ero sempre avanti e il resto. “Hai fatto bene a non dirmelo”, “lo so”, ho pensato tra me e me e appena dopo, Lei mi fa vedere un bell’esemplare di capriolo subadulto che felice brucava sotto i pali della cabinovia. Degna conclusione della giornata!
Conclusioni.
5 ore e 33 di cammino effettivo su 8 ore e 41 in totale. Bellissima camminata, ma vale sempre la pena farla, magari non ogni vent’anni!!
I dislivelli sono importanti e il percorso in salita e in discesa deve essere affrontato con la giusta attenzione, vi ricordo che ci sono tratti attrezzati e che possono risultare esposti.
L’impegno fisico c’è, quindi non va affrontato senza il giusto allenamento. Abbiate sempre cura a dove mettete il piede adattandolo ai vari tipi di terreno. Ricordo che sui ghiaioni il passo dev’essere deciso e possibilmente sul tallone, anche se non è una regola scritta!
Per il resto niente paura, la fanno anche i bimbi come avete visto e sempre attenzione al territorio e agli orari!
Alla prossima.
IL Selvatico.
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