In questo post voglio spiegarvi cosa significa questo termine inglese (come tanti ormai infiltratisi nel nostro parlare comune) così complicato da pronunciare: shrinkflation.

Tecnicamente il termine è la fusione di due parole inglesi: 

shrinkage” che significa contrazione e “inflation” che significa rincaro.

Esiste una parola corrispondente anche in italiano ed è: “sgrammatura“.

Molto semplicemente la shrinkflation è quel fenomeno per cui i prodotti sono sempre più piccoli per un prezzo che rimane invariato o spesso aumentato rispetto al passato.

Immagino che un po’ tutti vi siate accorti che i prodotti che acquistate abitualmente al supermercato, dietro al cambio di packaging, hanno ridotto le quantità.

Vi faccio due esempi che mi riguardano personalmente: 

– la scatola di coni gelato di una famosa marca, prima era da 6 pezzi, ora a parità di prezzo e confezione, è diventata da 5;

– le bustine di cibo per gatti che acquisto di solito, sono passate, sempre a parità di prezzo, da 100 grammi ad 85 grammi;

– abbiamo ricevuto in regalo un cotechino, vi giuro che il contenuto era un terzo della scatola ed appena sufficiente per una sola persona, ma venduto per 2.

Questa fa parte delle pratiche scorrette che le grandi aziende mettono in atto per guadagnare sulle tasche dei consumatori.

In termini di sostenibilità inoltre, c’è un eccessivo consumo di imballaggi per prodotti nettamente più piccoli della loro confezione.

Il fenomeno è stato studiato in primis in Gran Bretagna,

ma non ha tardato ad arrivare anche in Italia. Da noi è l’ISTAT che monitora la situazione e per il quinquennio 2012-2017 ha rilevato oltre 7.300 casi e per più della metà, si è aggiunta, oltre alla diminuzione del prodotto, anche una crescita di prezzo.

Sono molte le categorie nelle quali si è notato questo fenomeno e tutte prettamente collegate alle grandi aziende: dolci, bibite, cereali, detersivi, prodotti per l’igiene della persona e l’elenco può continuare.

L’unica arma a nostra disposizione è quella di tenere alta l’attenzione ed eventualmente denunciare le scorrettezze alle varie associazioni che tutelano i consumatori. Queste ultime si impegnano a segnalare all’Antitrust le pratiche scorrette, ma concrete azioni da parte di quest’ultima tardano ad arrivare.

Purtroppo non ho modo di fotografare dei  prima e dopo, ma già così si capisce quanto le aziende spesso si prendano gioco dei consumatori.

shrinkflation

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4 Replies to “Shrinkflation – cos’è e come riconoscerla”

  1. Betty cara. Pacchetti pasta da 400 gr e non da 500. Sacchetti di biscotti pieni di aria e non di prodotto
    Qui l’elenco potrebbe essere infinito….. E anche al discount prezzi alti. E sai bene i lupi affamati che abitano questa casa……. Un abbraccio

    1. Un elenco infinito. Ti giuro che il cotechino mi ha spiazzata. Una scatola alta almeno 20 cm per un affarino lungo 5 cm scarsi.
      La nostra torta-gelato poi, ora se venissi a cena da voi dovrei portarne almeno 3 per saziarci.
      Ti abbraccio anche io

  2. Ho notato il rimpicciolimento di alcuni prodotti ormai da molto tempo. Mi riferisco però a merendine e biscotti. Certi tipi, infatti, pur avendo mantenuto stessa marca e stesso nome, sono secondo me visibilmente più piccoli che in passato (eppure parlandone con le amiche, scopro che loro non se ne sono accorte). Ingenuamente credevo che fosse per il discorso delle calorie, oggigiorno sai è bello e aiuta a vendere poter scrivere “meno calorie a porzione”. Ovvio che fa meno calorie a porzione del passato, se la porzione è più piccola! Il tuo articolo però mi fa capire che si tratta di un fenomeno generalizzato, e quindi non si tratta solo di calorie, anzi, più che altro di rincaro camuffato! Grazie del post interessante ed utile. Presterò maggiore attenzione.

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