14-02-2023

Partenza: Loc. Parcheggio Grona (3 euro), via Monti di Breglia, Breglia (Plesio, Como).

Arrivo: Monte Bregano 2107 mt slm e Monte Grona 1736 mt slm.

Dislivello +/-: 1194 mt circa, per l’intero anello.

Difficoltà: E, qualche passaggio esposto e passaggi su roccette attrezzati, per Monte Grona.

Tipologia: Percorso ad anello.

Premessa

Notte infernale, mi addormento molto presto, dopo una noiosissima giornata lavorativa, pregna di problemi inutili e con tutte le conseguenze che mi comporta questa cosa, ovvero, svegliarmi prestissimo.

Alle 3.30 sono già in piedi, la sveglia era per le 5.00, sigh.

Mi alzo un po’ frastornato e subito la gatta si palesa in cucina, mentre il caffè incomincia a borbottare.

“E tu che vuoi?”, domanda lecita a quell’ora del mattino! Mi risponde, “mao”…

Scoppio a ridere, ma evito di darle cibo e aprirle la finestra per un giretto fin troppo mattutino! Ovviamente il piccolo essere peloso, va a svegliare Countrygirl, mentre la prima tazza di caffè fumante, mi fa compagnia.

“Noiosa!”, sento provenire dalla camera mentre un passo assonnato, si avvicina alla cucina.

“Buongiorno tesoro”….”Ciao amore mio”, risponde Countrygirl.

Meccanicamente prende una busta di cibo, la versa nella ciotola e porge il tutto alla nostra gattaccia.

Grugnisce alcune frasi, dove comprendo solo, “Come stai?”. “Insomma, sono stato meglio”, rispondo, ormai bevendo la seconda tazza di caffè.

“Ascolta il tuo corpo”, mi risponde. Sorrido.

Frase storica che mi disse l’estate scorsa il buon Marco Confortola, nel mio giro del Confinale, si veda il resoconto.

Penso e mi dico, mal che vada parto e faccio quel che mi sento e se non dovessi farcela, tornerò indietro. Cosa non del tutto sbagliata quando si affrontano le terre alte, ogni tanto bisogna saper rinunciare, onde evitare pericoli per se stessi e per gli altri.

Partenza

Mi preparo “abbastanza” in fretta e decido comunque di partire, alle 5.45 sono in macchina, è ancora notte. Uno stregatto mi osserva, là in alto, nel cielo buio.

Una bellissima luna calante mi sta sorridendo e la radio mi spara fuori “Morning Blues”, interpretata da Lightnin’ Hopkins, direi che le cose si stanno mettendo bene.

Bene fino a quando il mio dispositivo Mp3, non decide di impazzire. Per buona parte del viaggio sarò costretto a “skippare”, tutta la discografia di Mozart… Sì, ascolto anche musica “sinfonica” e sì, il signor Mozart ha composto davvero tanta roba!

Raggiungo il bellissimo lago di Como che sta ormai albeggiando, godendomi il panorama alle prime luci. Sono da poco passate le 7.00, ma ci vorrà ancora del tempo prima del mio arrivo a causa di un bell’articolato, alcuni lavori lungo il tragitto sulla statale del lago e qualche errore in uscita, tra i vari dedali stradali.

Ma finalmente….

arrivo nell’abitato di Breglia, sulla destra in ingresso al paese si trova il piccolo cimitero e subito a sinistra un “stretta strada” in salita.

Fermo la macchina e mi dirigo alla colonnina per il pagamento del pedaggio. Costa 3 euro, ma mi permette di salire fino al parcheggio; inserisco targa e monete, è possibile pagare anche con carte.

Monte Bregagno

Intraprendo la bella salita fino al parcheggio, totalmente deserto, sono le 7.45 e mi preparo per l’escursione.

Monte Bregagno

La vista da quassù e davvero bella, il parcheggio è immerso in un bosco di betulle, abbastanza rade e già s’intravede il panorama circostante sul lago, fa caldo e così decido di partire leggero.

Mi guardo intorno per capire la via e subito scorgo la palina di riferimento, poco prima del proseguimento della forestale, da qui in poi la strada è sterrata, sulla sinistra, parte il cammino.

La salita è moderata e permette di saltare un pezzo di forestale, giunto al ricongiungimento, un’altra palina indica varie direzioni da seguire.

Un cartello inoltre, indica i percorsi sicuri da seguire, causa caduta massi in alcune zone. Qui siamo al cospetto di roccia dolomitica e probabilmente il freddo intenso dei giorni precedenti, le rade nevicate e l’innalzamento delle temperature di questi giorni hanno reso la roccia friabile, caratteristica abbastanza comune, per la dolomia.

Proseguo a destra sempre in salita moderata, in direzione Monte Bregagno, sempre immerso nel rado bosco di betulle, ogni tanto ampie radure prative regalano scorci di panorama davvero splendidi!

Giunto alla terza palina della giornata, il percorso è e sarà sempre bene indicato, impossibile perdersi, proseguo dritto, faccio ancora un breve tratto tra le betulle, ormai sempre più rade, fino a una “forcellina”.

Mi si apre un mondo

Il paesaggio muta notevolmente. Il bosco è ormai un ricordo e prati erbosi e dossi (panettoni) mi si parano davanti. Già da qui è possibile ammirare la bellissima chiesetta di Sant’Amate e il Bregagnino.

Alle mie spalle la punta del triangolo lariano, con la bellissima Bellagio e le diramazioni del lago di Como.

Raggiungo Sant’Amate 1623 Mt slm e mi godo un po’ il bellissimo panorama che da qui spazia, oltre che sul lago di Como con la bella Val di Greno, anche sulla bellissima “Val Varò” dove si può ammirare una bella veduta sulla catena del Rosa e del Monte Grona con le sue coste.

Siamo sul costone del Monte Bregagno e la “chiesetta” è posta su una sella tra il Monte Bregagnino e il Monte Grona.

Riprendo il cammino e affronto la salita al Bregagnino, su ripido panettone erboso e sentiero, c’è ancora qualche residuo nevoso.

Monte Bregagno

Verso la cima al Bregagnino 1905 Mt slm, il tragitto è coperto da neve e sarà così fino alla vetta del Monte Bregagno. Il panorama si apre sulla Valtellina e la Valsassina, sono solo a godermi tutto questo, in questa bellissima e calda giornata.

Di fronte a me, verso nord, ho la mia meta, ma attenzione, ci sono ancora due chilometri da percorrere prima della vetta, vedo distintamente la croce e procedo in discesa sul costone innevato.

Percorro una morbida sella innevata, la neve è compatta ma calpestabile e procedo tranquillamente senza l’uso dei ramponcini.

Poco prima di iniziare la salita, una palina indica altre vie, ma continuo diritto verso la cima, ogni tanto mi fermo a godermi il panorama.

L’arrivo in vetta

Muovo il passo dritto per dritto, ogni tanto, qualche chiazza erbosa, riposa il mio incedere sulla neve, ormai sono in vista della croce (la vetta) che raggiungo alle 9.50.

Rimango folgorato dalla vista, un 360 gradi che spazia sul Rosa, la Valtellina, la Valsassina e il lago di Como.

Mi sento sul tetto del mondo, libero. Allargo le braccia e compio un paio di giri su me stesso, respiro a pieni polmoni, la stanchezza e l’intontimento notturno sono svaniti da un pezzo e l’energia del corpo trova nuovo vigore, dopo la conquista di questa cima.

Ne ho fatte alcune, che presto descriverò, ma una cima è sempre una cima. Alta o bassa che sia è sempre un piacere per gli spiriti liberi, sarà perché più su non si può andare, non so, è una sensazione strana, particolare!

Vedo un tratto di neve intonsa, il resto è tutto un calpestio d’impronte, fatte probabilmente durante il fine settimana passato. Ne approfitto per mandare un messaggio a Countrygirl e pongo la mia firma su questo luogo, sì, ho firmato il paesaggio, ne valeva la pena!

Resto fermo un bel po’ prima di riprendere il viaggio, poi con calma ricomincio a camminare ripercorrendo a grandi linee, la stessa strada dell’andata e divertendomi a correre sui pendii nevosi.

Mi volto a salutare il Monte Bregagno per l’ultima volta, lieto del regalo fattomi.

Al mio ritorno sul Bregagnino, incontro finalmente tre persone e un cane, un po’, e sono sincero, mi è dispiaciuto, fino a quel momento mi ero goduto una splendida solitaria.

Un pensiero egoistico lo so, a volte succede.

In realtà ho fatto volentieri due chiacchiere con i ragazzi, almeno fino a quando il cane non ha incominciato ad abbaiare e a tirare in maniera poco convincente, al che alzando la mano in segno di pace ho salutato e ho proseguito la mia strada.

Sempre “correndo”, scendo il ripido pendio che ben presto mi riporta a Sant’Amate e qui mi riposo, crogiolandomi al sole caldo.

Riprendo il passo, da qui ci vogliono circa quaranta minuti per il Monte Grona e quindici per la Forcoletta (sotto la salita del Grona).

Ora faccio una piccola postilla.

Postilla

Ho un buon passo, ma ho notato che i tempi descritti sulle paline incontrate sono fuorvianti. Ognuno ha il suo passo per carità, ma ho avuto la forte sensazione che fossero un po’ comodi, nulla di male, per chi ha voglia di farsi questa splendida camminata!

Vi dico questo, e qui mi riempirete di nomi (improperi) perché l’unica vera tempistica rispettata, anche da me, è proprio il tratto di cresta che conduce alla Forcoletta, sotto il Monte Grona.

La raggiungo su bellissimo sentiero panoramico, siamo a quota 1611 Mt slm, da qui ho ancora poco più di 100 Mt di dislivello, prima della vetta.

La salita e la discesa al Monte Grona, ha qualche tratto esposto, un bel percorso di cresta e il tratto finale, prima di giungere sulla “croda”, è su roccette con alcuni cavi di sicurezza per agevolare la salita, è il tratto più tecnico del tracciato, ma andiamo con ordine.

Incomincio la salita e per i primi cinquanta metri, sono costretto a mettere i ramponcini, causa il ghiaccio e una discreta pendenza e purtroppo sono costretto ad alternare il mio incedere tra ghiaccio e roccette.

Fortunatamente la cosa dura poco e ben presto tolgo i ramponcini, per proseguire su un tratto nevoso ben calpestato, decidendo di seguire le tracce di qualche predecessore.

Alzo lo sguardo per vedere il percorso e m’imbatto in un gruppetto di camosci. Uno fischia, tipico segnale d’avvertimento emesso in realtà con il naso, quasi a dirmi “bello ci stai rompendo le scatole a casa nostra”, “hai perfettamente ragione!”, gli rispondo mentre osservo i suoi balzi che ben presto lo porteranno fuori dal mio campo visivo.

In precedenza avevo visto alcune cerve, prima del mio arrivo al Bregagnino.

Che giornata!

Appagato dalla visione, continuo a salire, ma ben presto abbandono la traccia e mi sposto sulla cresta per la traccia ufficiale e molto più comoda, perché sgombra da neve.

Giunto sulla dorsale incontro un altro esemplare.

Chino il capo in segno di rispetto e proseguo su questa bella traccia.

Osservo la croce di vetta, e lo vedo…

Il saggio della montagna, un solitario individuo che come me, ha deciso di farsi una bella scampagnata; raggiungo una forcoletta, da dove parte la direttissima per il rifugio Menaggio, ormai alla vetta del Monte Grona, manca pochissimo.

In fretta e furia a balzelloni e con ausilio dei cavi di sicurezza, raggiungo finalmente la cima (tratto brevissimo), dove incontro il Signor E., un simpatico valtellinese, amante anche lui delle terre alte.

Ci faremo compagnia, scambiando due chiacchiere per almeno una mezzora, ammirando ripetutamente, questa “roccaforte” che domina il lago di Como e spazia su quello di Lugano.

Vista mozzafiato in una giornata favolosa e molto calda.

Saluto il Signor E con la promessa di rivederci per altre vie, magari le sue, in Valtellina e ritorno alla forcoletta.

Monte Bregagno

Incrocio una bellissima e giovane dama, anche lei in solitaria, sospiro… è davvero bellissima, farei volentieri due chiacchiere, ma dopo aver scritto un messaggio d’amore alla mia amata sul Monte Bregagno, trovo idiota e poco lusinghiero fare il “provolone” con lei.

Così con un sorriso a 32 denti, domando semplicemente sa ha fatto la direttissima e se è tutto a posto, mi risponde che è tutto ok, anche lei sorridendo.

Altro sospiro da parte mia, prima di riprendere il cammino.

La direttissima

Se le chiamano così, ovviamente un motivo c’è!

Solitamente sono discese abbastanza in piedi e molto tecniche e, in base alla tipologia del terreno, hanno “diversi gradi di difficoltà”.

Questa non è da meno e seppur abbastanza veloce, è molto tecnica; si svolge in prevalenza su terreno ripido e roccette, fino ad una palina.

Da qui in poi si ammorbidisce, rimanendo comunque moderata, fin quasi al Rifugio Menaggio.

Oggi è davvero una giornata fortunata e durante il percorso scorgo una coppia di rapaci, probabilmente una coppia di aquile, visto il piumaggio scuro e la grande apertura alare, ma la mia vista non è acuta come la loro, quindi non posso assicurarvelo.

Raggiungo il rifugio e riposo le gambe, stanche dalla fatica, sulla bella terrazza da dove si gode una splendida vista sul lago.

Sono raggiunto da un Signore che ci tiene a parlarmi solo in dialetto, avrà voluto farmi lo scherzo della Cadrega, stile Aldo, Giovanni e Giacomo?

Per non farmi trovare impreparato, sto al gioco.

Incredibilmente mi rifocillo, cosa che non capita quasi mai, bevo anche tanta acqua, altro caso eccezionale, saluto lo straniero… e riprendo il cammino.

Dalla terrazza si vede il parcheggio, che nel mentre si è riempito e imbocco un bel sentiero a zig-zag, sottostante la terrazza del rifugio, in direzione del lago e mi butto nel bosco rado di betulle.

Una palina indica ancora 45 minuti, che faccio volentieri nel chiaro scuro del bosco, rinfrescandomi un po’.

Ci metterò meno del dovuto a raggiungere il parcheggio che in effetti si è riempito.

Monte Bregagno

Alla prossima, il Selvatico.

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