PARCHEGGIO SANT’APOLLONIA-RIFUGIO VALMALZA-BIVACCO LINGE-Laghetto Nascosto…
29-09-2024.
Partenza: Area PicNic di Sant’Apollonia
Arrivo: al laghetto nascosto di… +/- 2600 mt slm circa
Dislivello +/- 1050 mt circa, per l’intero percorso.
Difficoltà: E, ma il lago non è indicato e bisogna sapersi orientare per pascoli
Tipologia: A/R, 16 Km circa.
Apro e chiudo la stagione del 2024 con questa bellissima camminata.
Il bivacco Linge ormai l’ho raggiunto da ogni dove e più volte, ma questa volta l’intenzione è quella di tornare a trovare il laghetto nascosto…
Non vi dirò il suo nome, come Paolo Rumiz ne “Il Ciclope”, vi darò degl’indizi per poterlo raggiungere. E’ presente sulle carte, ma non è indicato da nessun segnavia (paline). Per molti abitanti dell’alta Val Camonica è un luogo magico, una sorta di pellegrinaggio. Un piccolo rifugio incastonato tra i monti o una stanza delle necessità, se si vuole citare la saga di Harry Potter, con l’unica differenza che Lui esiste e chissà, magari anche la stanza delle necessità….
Il clima è molto frizzante e quindi Madame ed io, ci svegliamo con un po’ più di calma. E’ una bellissima domenica mattina, il sole fa capolino sul corno del “Mesdì”, mentre mi gusto un caffè fumante appena uscito dalla moka.
Ci prepariamo con calma, nel tentativo di far scaldare la giornata che rimarrà comunque molto fresca e partiamo in direzione Sant’Apollonia. Arriviamo abbastanza presto, 8.30. Lì il clima è più rigido anche se la Val delle Messi è già avvolta dal sole, almeno in parte.
Negli ultimi anni, soprattutto nel periodo estivo, hanno messo il passaggio a pagamento (5 euro), concordo pienamente!
Quanto adoro questa valle.
Infiliamo gli scarponi e nel mentre un batuffolo bianco di nome Poldo, viene a salutarci. Partiamo di buona lena per scaldarci in fretta, infilo i guanti, ho le mani gelate!
La Val delle Messi è davvero bella, di solito è molto frequentata, ma il grosso delle persone normalmente si ferma al Rifugio Valmalza e non va oltre.

Per tutto il tragitto, fino al bivacco Linge, si è accompagnati dal fragore dell’acqua che culla il cammino. Il torrente Frigidolfo la fa da padrone, mentre tramite la ASP si attraversa il lariceto.
La prima parte è pianeggiante. Diciamo fino alla sbarra, poi pian piano incomincia a salire, in maniera graduale fino al ponte del rio Gaviola. Superato il ponte troviamo una serie di tornati sempre su ASP decisamente più decisi fino all’arrivo al rifugio.
Dal rifugio passati due ponticelli in legno si incomincia a salire su sentiero verso il Bivacco Linge in maniera costante con un buon tiro, fino ad arrivare sulla piana dov’è posto il bivacco.
Torniamo un attimo indietro.
Nel tragitto che va dal parcheggio alla sbarra, improvvisamente sentiamo provenire dai boschi verso il Gavia alcuni “Bramiti”, per tutta risposta anche dal versante opposto sentiamo la stessa cosa.
Siamo stati fortunati, non è poi così scontato ascoltare questo particolare verso che i cervi maschi adulti emettono nel periodo degli amori…
La macchina di un altro “Selvatico” è parcheggiata a lato agrosilvopastorale, un amico, amante della fotografia faunistica è a caccia di nuovi scatti!
Alla sbarra abbandono Countrygirl e parto col mio solito incedere. Arrivo in fretta al Rifugio Valmalza, saluto gli amici del rifugio e mi dirigo deciso verso i ponticelli.
Quando…

“Ehi! Vecio guarda che i ponti sono ghiacciati, stai attento ad attraversarli, io questa mattina stavo facendo un volooo…”. Sorrido e ringrazio dell’avviso.
Prima dei pontili un gruppo di persone è fermo a guardarmi. Saluto e incomincio la traversata, con le bacchette mi aiuto a pulire le assi di legno dal ghiaccio che viene via quasi perfettamente a lastre sottili rettangolari, pian piano proseguo fino alla terra ferma.
Finto il lavoraccio e giunto dall’altra parte, mi giro verso il gruppo che mi guardava con stupore e annuncio: “ora potete passare!” e proseguo veloce verso il bivacco Linge.
Quasi giunto alla piana mi giro per vedere se sta arrivando la Signora e mi accorgo che il gruppo è ancora fermo nello stesso punto. Solo pochi audaci hanno tentato la traversata dei pontili, poco importa.
Ormai ci sono e giunto sulla piana mi accolgono tre marmotte. Fischio di rito, rispondo anch’io, ma le tre bestiole non sembrano per nulla spaventate dalla mia presenza, anzi si crogiolano al sole, pur non perdendomi mai di vista.

Raggiungo il bivacco, ma non sono il primo.


Un gruppo di ragazzi ha passato lì la notte. Appena mi vedono uno di loro mi chiede se posso fargli una foto. Rispondo ridendo di non stressarmi che sono appena arrivato, scoppiano a ridere, “ti facciamo lavorare appena arrivato!”, incalzano e mentre gli faccio un servizio fotografico completo, facciamo volentieri due parole.
Li obbligo a cambiare panorami e loro sembrano divertiti dalla cosa. Ad un certo punto una delle ragazze mi chiede… la foto in verticale, uauauauuuuuaaaaa (da leggersi come un noto jingle di quando si sbaglia), “ti serve per i social”, le dico beffardo, “voi e le vostre diavolerie del web” ribatto ridendo, anche loro e lei soprattutto, scoppiano a ridere.
Si faranno il traverso verso i laghi di Monticelli, mentre io attendo al mezzo sole la mia Signora.
Nel mentre provo a far asciugare la roba, con scarsi risultati, alla fine decido di cambiare vestiario quasi in toto, dopo neanche mezz’ora arriva Countrygirl.
Ce l’ha fatta finalmente!
Eh Già! E’ tutta estate che io “assalto” il bivacco Linge, ma Countrygirl, si è sempre fermata al rifugio, pur avendo la possibilità di arrivare fin qui, ma si sa, chi non ha testa ha pancia! Nel suo caso “peccati di gola”, al rifugio si mangia davvero bene!
Sul passo nulla da dire, meno di mezz’ora di scarto, ormai sto invecchiando… le chiedo cosa vuol fare, ma si rifiuta di salire al laghetto ed eccolo che torna in auge!
Le chiedo anche se ha avuto difficoltà nell’attraversare i ponticelli. Mi guarda ridendo e mi dice: “ho usato le bacchette per pulire un po’ le assi, figurati che c’era gente ferma ad aspettare” ed io: ”caz…, ma erano ancora lì?” “Figurati che mi hanno detto che tanto tra un ora il ghiaccio si sarebbe sciolto da solo!” e cosa faccio… “aspetto un ora per attraversare!?”.
Mi è venuta in mente la scena di “Chiedimi se sono felice” film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, in cui sul treno Max Pisu scalda il panino di Giovanni appoggiandolo al finestrino caldo; “se vuole stiamo qua un ora, finché non si scalda!”
“Dai allora vado, così per l’una siamo seduti per farci un lauto pranzetto” e parto spedito seguendo i raggi di sole.
Appena prendo il sentiero numero 2 l’alta via camuna che si dirige verso il Passo di Pietrarossa vedo altre due marmotte, il fischio è assordante!
Proseguo spedito tenendo come riferimento la cima Savoretta e la Punta di Valmalza, di fronte a me una evidente “balza” (costone, dosso), arrivo fino all’attacco e penso al da farsi.
Ora, qui è possibile salire fin sopra la “balza” e virare verso destra, direzione nord, su traccia non evidente, il problema che ad un certo punto, spingendosi verso il rio Valmalza si deve fare un traverso tra pascolo alpino e una “piccola morena”, arrivando al laghetto dall’alto, per poi scendere su erba e roccette.

Oppure.
Arrivati all’attacco deviare sempre a destra, dove è chiaramente visibile l’alveo o meglio i tre alvei dove è posizionato, questo delizioso laghetto e i suoi amici.
Così faccio e per “Barba de Bec”, come chiamo io l’erba pungente sulle alture, punto verso gli alvei, cercando di rimanere il più in piano possibile, almeno fino a dove il terreno lo consente! Nel mentre altre due marmotte.
Sono al sole e scalda parecchio, guardo verso il bivacco Linge che è invece coperto, a questo punto salgo con discrete pendenze per balze, facendo vari traversi per ammorbidire la salita fino a raggiungere questo luogo mistico.
Nessuno ha mai voluto segnare un percorso, nessuno ha mai messo paline di riferimento, molti ne parlano in vari blog, non mi pare di aver mai letto nulla in merito sulle svariate bibliografie montane in mio possesso, su queste zone.
Si sa che c’è, ma se si vuole trovarlo, bisogna sapersi orientare… In cima il panorama è stupendo, le nuvole giocano col cielo regalando scorci bellissimi, il bivacco sempre in ombra.
Resto più di mezzora a girare per questo paesaggio lunare, arrivando fino alla terza Pocia (pozza). Le due leggermente più in alto del laghetto sono completamente ghiacciate e mi diverto a romperlo facendo invidia a Countygirl, le faccio comunque un video.








La discesa avviene alla stessa maniera.
Per balze e pascoli erbosi si salta a destra e sinistra fino a raggiungere pendenze più dolci e a raggiungere nuovamente il sentiero numero 2 per tornare al bivacco, dove trovo la Signora completamente infreddolita!
“Perché non sei scesa la rifugio che almeno mi aspettavi al caldo!” o “perché non sei entrata nel bivacco ad accenderti un fuoco?”, risposta… “non ci ho pensato”. “Enculett!”, direi che la risposta è chiara!
Arriviamo al rifugio per le 13 e ci sediamo fuori, dentro non c’è posto, ma qui almeno il sole sembra tenere, ottimo il pranzo, ma mi rendo conto che la Signora è in sofferenza, diventerà un pomeriggio lungo e duro, ma questa è un’altra storia!
Alla prossima.
Il Selvatico.
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